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Comuni, tagli per 165 milioni

La manovra finanziaria varata dal governo costerà a ciascun sardo 145 euro. Soldi che nel 2012 lo Stato toglierà a Comuni e Province e che gli enti locali non potranno investire per servizi una volta considerati indispensabili, dall’assistenza sociale, all’istruzione alle manutenzioni. La Sardegna, comparando i trattamenti ricevuti dalle varie Regioni, è seconda alla sola Liguria (costretta a rinunciare a 169 euro pro capite) tra quelle più depredate. Il dato sui tagli ai 58 Comuni isolani sopra i cinquemila abitanti è stato elaborato dall’Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci.

Comuni, tagli per 165 milioni

Si tratta, nel complesso, di 165 milioni di euro di cui l’Isola sarà privata nel prossimo anno

. Non si parla solo di minori trasferimenti, ma anche di ulteriori limitazioni nella spesa delle risorse già nella disponibilità degli amministratori. Il deputato del Pd Giulio Calvisi, il primo a diffondere queste previsioni, esemplifica in questo modo: «Il contributo complessivo alla manovra richiesto ai Comuni sardi è suddiviso tra i 51 milioni di tagli dei trasferimentida parte dello Stato – spiega il parlamentare gallurese – e gli oltre 114 di riduzione di spesa che i sindaci dovranno operare nei bilanci di previsione del 2012 in virtù dell’inasprimento dei vincoli del patto di stabilità». Non basta dunque leggere i minori trasferimenti previsti per il prossimo anno per avere un’idea precisa delle riduzioni alla spesapubblica imposte dalla manovra.

Come verranno fronteggiati i tagli selvaggi? Calvisi conferma quanto già anticipato da molti amministratori, ulteriormente ribadito dalle testimonianze dei sindaci: «Molti servizi essenziali per i cittadini sono a rischio: trasporto locale, assistenza ai disabili e agli anziani, asili nido e mense scolastiche, per non parlare delle politiche ambientali e delle iniziative per il decoro urbano o per la diffusione degli spazi verdi nelle città e nei paesi

». Che siano di destra, di centro o di sinistra, i primi cittadini sardi parlano di sciagura e annunciano la soppressione di sussidi per il pagamento degli affitti ai più poveri, di libri scolastici da far pagare a prezzo pieno, dell’abolizione di sagre e spettacoli e dell’impossibilità a rimettere in sesto strade e edifici pubblici. Ma non basta, perché i sindaci dovranno per forza di cose mettere le mani nelle tasche dei loro amministrati: «I Comuni quindi saranno costretti ad aumentare l’addizionale Irpef per compensare la riduzione di spesa e per soddisfare il contributo richiesto dalla manovra – aggiunge Calvisi – e anche chi in passato è stato virtuoso e non ha aumentato la pressione fiscale dovrà farlo: il risultato scontato sarà quindi quello di un inasprimento della pressione fiscale sui cittadini».

Il quadro non è completo, dal momento che ad essere penalizzate sono anche Regione (circa 365 milioni in meno), Province e la manovra graverà sui cittadini per effetto dell’aumento dell’Iva deciso dall’esecutivo. Sommando queste voci, si raggiunge la cifra complessiva di 625 milioni di euro tra tagli alla spesa pubblica e maggiori costi per i sardi. Il gentile omaggio alla Sardegna da parte del governo amico.

Fonte: Francesco Giorgioni, Sardegna24 del 19 settembre 2011

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