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venerdì, 19 Aprile 2024

Coronavirus, la cura c’è ma non se ne parla? Attenzione alle fake news e alle false speranze!

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In questi giorni stanno circolando sul web notizie “vere a metà”. Come al solito il titolo è “roboante” e recita più o meno così: “Coronavirus, la cura c’è ma non se ne parla”.

Proviamo, con il supporto della Sezione AVIS di San Gavino Monreale, a fare chiarezza su quanto sta accadendo in alcuni ospedali Italiani dove è partita la sperimentazione cui si fa riferimento e cioè l’utilizzo del “plasma iperimmune da pazienti convalescenti”.

La prima cosa da chiarire è che non si tratta di un vaccino, ma appunto di una cura.

Il plasma è una componente del sangue, per ottenerlo viene sottoposto il donatore (volontario) alla cosiddetta “plasmaferesi” che consiste nel prelevare il sangue al donatore che poi passa attraverso una macchina che ne trattiene appunto il plasma, mentre i globuli rossi verranno rinfusi nel donatore. Il plasma iperimmune ha un alto titolo di immunoglobuline per una determinata malattia e per ottenerlo va prelevato da donatori convalescenti, cioè che hanno superato la malattia ed hanno prodotto gli anticorpi utili per combatterla e sconfiggerla.

Per ottenere il plasma iperimmune per curare un paziente affetto da Covid-19 è necessario quindi che un donatore volontario “guarito” (deve cioè esserne stata accertata sia la malattia che la guarigione tramite tampone) doni volontariamente il suo plasma.

Attualmente la sperimentazione è in corso in alcune Regioni Italiane ed AVIS Nazionale sta seguendo da vicino e molto attentamente l’andamento della sperimentazione, lo stesso Presidente Nazionale Gianpietro Briola in diversi interventi ha rimarcato l’importanza di questa sperimentazione ed in merito alle sopracitate “mezze verità” si è espresso ieri con queste parole:

“Si è dimostrato che in molti casi il plasma è efficace per gli anticorpi presenti nei soggetti guariti, ma con il plasma prelevato si somministrano anche sostanze non necessarie per il trattamento di determinate patologie. Quindi, rappresenta una terapia sperimentale ed emergenziale già nota per altre malattie. Serve ora capire quali sono gli anticorpi efficaci, isolarli, purificarli e poi somministrare solo quelli in dose controllata e farmacologica. Come avviene per le immunoglobuline antitetaniche, ad esempio. È comunque importante sottolineare che questo approccio ha dimostrato che il plasma contiene degli elementi che funzionano contro il virus e lo neutralizzano.

AVIS, insieme al mondo scientifico e al Centro Nazionale Sangue, sta seguendo con molta attenzione l’evoluzione e si sta adoperando per studiare queste opportunità. Al momento, però, è importante mantenere la calma e informarsi sempre attraverso fonti attendibili e non creare false aspettative. Appena conosceremo il test che meglio è in grado di rilevare e dosare questi specifici anticorpi e non appena le aziende di plasmaderivazione saranno in grado di produrre le immunoglobuline specifiche, coinvolgeremo la generosità dei donatori per la plasmaferesi”.

Come affermato anche da Giuseppe De Donno, direttore della Pneumologia e dell’unità di Terapia intensiva respiratoria all’ospedale Carlo Poma di Mantova, in un’intervista sul Corriere della Sera: “Non possiamo alimentare false speranze. Mi spiego: se la malattia ha lavorato a lungo fino a compromettere la funzionalità degli organi non c’è plasma che tenga. In quel caso la mortalità resta alta perché la virosi non c’è più e quindi non è più il virus il nemico ma sono i danni prodotti dal virus. Per questo i pazienti molto gravi non possono essere arruolati nel nostro protocollo di ricerca”.

Quindi nessuna cura miracolosa, ma una nuova frontiera (peraltro già sperimentata in passato con altri virus, come ad esempio per Ebola) dalla medicina, con una tecnica che per essere affinata richiede anni di sperimentazione, difficoltà nel reperimento dei donatori idonei e costi più elevati rispetto a protocolli più collaudati, come quello vaccinale.

La comunità scientifica sta facendo del suo meglio per affrontare l’emergenza sanitaria da coronavirus: noi possiamo seguire con interesse lo sviluppo della ricerca e informarci sui risultati da fonti sicure e attendibili.


Ringraziamo l’Avis San Gavino Monreale per il prezioso materiale scientifico e informativo messo a disposizione del nostro sito e di tutta la comunità.

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