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“Missione compiuta e obiettivo centrato”, il Nuovo Cammino parla della Grande Raccolta Fondi

La “Grande Raccolta Fondi per l’Ospedale di San Gavino”

Missione compiuta e obiettivo centrato

L’iniziativa ha messoinsieme 61.000 euro in 43 giorni. L’arcivescovo Carboni: “Si voleva dare un aiuto concreto alla sanità pubblica locale, nonostante l’ospedale di San Gavino non fosse mai stato dichiarato centro Covid19”.

L’obiettivo è stato raggiunto. La “Grande Raccolta Fondi per l’Ospedale di San Gavino” ha messo insieme 61.000 euro in soli 43 giorni. Una raccolta fondi che ha unito tutta la comunità sangavinese e non solo «ed è proprio per questo che come Diocesi – dice l’Amministratore apostolico monsignor Roberto Carboni – abbiamo deciso di parteciparvi in maniera importante».

La Diocesi di Ales-Terralba ha, infatti, dapprima donato, il 17 Aprile, 20.000 euro alla “Grande Raccolta Fondi” per poi aggiungere, l’8 maggio, 5.644,38 euro, la cifra mancante per completare l’acquisto dei due ventilatori polmonari di cui il reparto di anestesia e rianimazione dell’Ospedale “Nostra Signora di Bonaria” aveva bisogno. «La raccolta fondi aveva come obiettivo l’aiuto concreto alla sanità pubblica locale nonostante l’ospedale di San Gavino non fosse mai stato dichiarato centro Covid19 – continua il vescovo – ed è anche per questo che abbiamo ritenuto utile sposare la causa, affinché attrezzature importanti, impegnative e soprattutto utili alla popolazione potessero essere messe a disposizione del personale sanitario». Un personale sanitario che in questo periodo di emergenza è stato esaltato da stampa e cittadini, ma che avrà bisogno di aiuto e sostegno anche dopo la fine (speriamo presto) di questa pandemia.

«I due ventilatori polmonari – tiene a precisare il presule – sono attrezzature all’avanguardia, i migliori sul mercato, richiesti da tutto il mondo e che resteranno nella disponibilità dell’ospedale per tantissimi anni.

Serviranno a salvare molte vite». Del gruppo promotore dell’iniziativa, sin da subito, è stata partner anche l’Unità Pastorale di San Gavino Monreale: «Quando siamo stati coinvolti – affermano i sacerdoti della U.P. – abbiamo accettato senza esitazione, poiché avevamo compreso la portata dell’iniziativa ed eravamo sicuri che sarebbe andata benissimo, così come poi è stato. Per questo, come Unità Pastorale, abbiamo donato 2.000 euro proprio nei primi giorni della campagna».

La “Grande Raccolta Fondi” ha tenuto costanti e quotidiani contatti con la ASSL di Sanluri affinché, di giorno in giorno, si comprendessero i reali bisogni dell’ospedale, così come indicato sin da subito nel testo ufficiale dell’iniziativa che recitava: “La lista potrà essere implementata in base alle donazioni e in base alle nuove esigenze che l’ospedale «Nostra Signora di Bonaria» potrebbe fornirci”.

«All’inizio il nostro obiettivo, concordato con la ASSL di Sanluri, era quello di acquistare un ventilatore oppure un defibrillatore o dei dispositivi di protezione individuale – dicono i promotori della Grande Raccolta Fondi – ma poi, come scritto su Gofundme, i problemi del mercato dei dispositivi di protezione individuale e il successo dell’iniziativa, ci ha spinti, in accordo totale con la ASSL di Sanluri, a potenziare l’obiettivo e provare ad acquistare due ventilatori che, al momento, risultano essere tra le esigenze più forti dell’ospedale e nello specifico del reparto di rianimazione».

L’obiettivo iniziale era raccogliere 50.000 euro, per poi passare a 70.000 e fermarsi però a 61.000. «L’obiettivo di 50.000 euro era stato messo per sfida, ci sembrava assolutamente impossibile – raccontano i promotori – poi, a metà aprile, c’è stato comunicato che l’ospedale necessitava di due ventilatori polmonari che sarebbero costati all’incirca 50.000 euro. Abbiamo comunicato subito i nuovi obiettivi ma, a seguito di una ricerca di mercato, abbiamo scoperto che la cifra non comprendeva l’Iva ed è per questo che, in attesa di ricevere il preventivo con l’importo di spesa preciso al centesimo, abbiamo alzato l’obiettivo sulla piattaforma a 70.000 euro. Una volta ricevuto il preventivo ufficiale dalla Hamilton, l’azienda svizzera che produce i migliori ventilatori polmonari al mondo, abbiamo interrotto la campagna alla cifra precisa di 61.000 euro, questo perché volevamo che nessun euro andasse sprecato».

Le donazioni della Diocesi sono state effettuate direttamente sul conto dell’Avis di San Gavino Monreale senza passare per la piattaforma Gofundme. «Sappiamo – dice monsignor Roberto Carboni – che tutte le piattaforme di raccolta fondi trattengono una percentuale di commissioni (per il loro lavoro e servizio che va giustamente retribuito), Gofundme ne trattiene il 3,31%, tra l’altro tra le più basse del settore, ma, per evitare un dispendio di denaro abbiamo pensato di passare direttamente sul conto ufficiale della Grande Raccolta Fondi». Monsignor Carboni aggiunge: «Credo che questa emergenza Covid19 abbia fatto comprendere meglio quanto la sanità pubblica abbia bisogno d’aiuto, l’hanno capito i cittadini che, in ogni parte d’Italia, hanno donato cifre importanti affinché attrezzature moderne potessero arrivare nei reparti. Adesso ci aspettiamo che anche la politica di ogni schieramento faccia la sua parte: hanno bisogno di aiuto gli ospedali pubblici e ne hanno bisogno le persone comuni. È bene che al più presto le mascherine e i guanti non manchino a nessuno, così come non deve mancare a nessuno il sostegno economico e psicologico».

Finita la “Grande Raccolta Fondi”, la Diocesi di Ales-Terralba e le parrocchie non si fermano, come non si sono fermate durante tutta l’emergenza. In tanti paesi della Diocesi, le Caritas hanno svolto e svolgono un ruolo importante e, in questo tempo di pandemia, hanno ripensato e potenziato i loro servizi alle povertà.

Tanti i volontari che dedicano il proprio tempo e le proprie capacità per animare e coinvolgere tutta la comunità in logiche di servizio e condivisione. Tante le raccolte alimentari in collaborazione con associazioni e tantissime attività commerciali che mettono a disposizione dei clienti dei carrelli da riempire con beni di prima necessità destinati alle famiglie in difficoltà. Ma non solo: la Caritas Diocesana, in collaborazione con lo sportello farmaceutico del Centro di solidarietà “Papa Francesco” (Villacidro), con il supporto di un medico, un farmacista e di altri volontari, in queste settimane assicura in tutti i paesi della Diocesi di Ales-Terralba farmaci gratuiti per le persone che ne hanno bisogno, ma non possono acquistarli.

Purtroppo sono tanti i nuclei familiari messi in ginocchio dall’emergenza coronavirus. A causa delle restrizioni sugli spostamenti, sono venuti meno tutti quei lavori saltuari o “a giornata”, che garantivano una soglia minima di sussistenza a centinaia di famiglie. Abbiamo assistito alla nascita di nuove forme di indigenza anche laddove non c’era mai stato bisogno di aiuto. E la Caritas, come sempre, si è fatta trovare presente e in prima linea.


Articolo tratto da Nuovo Cammino, quindicinale di informazione della Diocesi di Ales-Terralba, Numero 9 (538) Anno 25 (80) di Domenica 24 Maggio 2020.

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