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sabato, 20 Aprile 2024

Incendio senza precedenti? Falso. La tragedia del 1983 e la lezione mancata in Regione

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Ieri il Presidente della Regione Christian Solinas ha dichiarato che la devastazione di questi incendi è senza precedenti, con lui a ruota l’assessore all’ambiente Gianni Lampis.

E no, mi spiace per loro ma non è così.

Passi per l’assessore che non era neanche nato, ma questa devastazione ha un precedente molto più grave, il braciere in Sardegna del 1983. Chi è al governo dice sempre che ciò che accade quando spetta a lui governare è “senza precedenti”, ma non è sempre vero. Spesso, infatti lo si dice e lo si vuol far credere solo come alibi per le proprie mancanze. 

Nel 1983 gli incendi che devastarono oltre 120 mila ettari di terra in pochi giorni, guarda caso gli stessi di oggi, erano davvero senza precedenti. Quelli di oggi nel Montiferru no. Spiace dover correggere il presidente Solinas ma proprio gli incendi del 1983 non possono rendere questi di oggi degli eventi senza precedenti.

I precedenti ci sono, eccome.

Proprio per questo oggi è ancora più grave quanto è successo, perché si deve imparare dalla storia (e non far finta che non esista). È troppo facile volersi scaricare ogni responsabilità, adducendo l’eccezionalità di un evento che si aveva il compito e il dovere di affrontare e evitare.

Nel 1983 in Sardegna non erano operativi i canadair, i mezzi aerei di oggi, la tecnologia di adesso, i mezzi fuoristrada veloci, i telefonini, il GPS su ogni dispositivo, i DPI moderni, gli attuali piani di Protezione Civile. Non vi erano le associazioni di volontariato, il pachiderma del duopolio Corpo Forestale/Forestas con tutti i suoi uomini, e le compagnie barracellari di oggi. I vigili del fuoco poi non li vedeva mai nessuno. Gli unici aerei erano quelli dell’aeronautica che sganciavano un ritardante. Allora si poteva capire che un incendio potesse sfuggire di mano, soprattutto perché i boschi erano più fitti e la vegetazione era di più, molta di più.

Oggi no, oggi non si può tollerare proprio per questi motivi. Innanzitutto perché la campagna antincendi ci costa vagonate di milioni di euro ogni anno, poi perché abbiamo il dovere di imparare dal passato, dagli incendi del 1983, dai morti di Curraggia, da quella devastazione.

Nel 1983 la politica poteva avere scuse, oggi no. Noi non abbiamo scuse.

Ciò che è successo a Santu Lussurgiu, Scano Montiferro, Cuglieri, Porto Alabe, Tresnuraghes, Bonarcado non è un fatto eccezionale, qualcosa di mai avvenuto, una devastazione senza precedenti. Anche allora soffiava forte il vento di scirocco e le temperature erano al di sopra dei 42 gradi. No, chi lo afferma fa un oltraggio ai morti del 1983 solo perché vuole nascondere le mancanze e gli errori di oggi. Io sono cresciuto con stampate nella mente le immagini del 1983, del fuoco che circondava il mio paese, della fuliggine che ci cadeva in testa e della corsa che facemmo in vicinato per andare a vedere tutti assieme il TG di Videolina che raccontava di quell’inferno in terra e della evacuazione di Montevecchio l’inviato era Cesare Corda. 

Quello fu un fatto eccezionale, un evento senza precedenti. Quello di oggi non lo è: ciò che ha detto il presidente Solinas è una affermazione errata che vuole sfruttare il nostro dimenticare – troppo in fretta – ciò che abbiamo vissuto. Nel 1983 bruciò contemporaneamente tutta la Sardegna, allora morirono tante persone innocenti e volenterose oggi per fortuna no, i mezzi aerei totali erano due G222 con il ritardante e 3 elicotteri Augusta con cestello.

La distruzione però è praticamente la stessa di oggi e questo è grave perché sono passati quasi 40 anni da quel 1983.

La tragedia nel Montiferru è assimilabile a quella di allora: ma non perché l’evento è stato senza precedenti, ma parchè pur con tutta la tecnologia e gli uomini in più non abbiamo saputo fare del nostro meglio, non siamo stati all’altezza.

Sentendo gli amministratori locali, in tanti hanno paura che gli indennizzi per i privati non arriveranno mai, nonostante oggi ci si riempia la bocca con parole sugli aiuti che arriveranno e il tradizionale “nessuno sarà lasciato solo”. Di certo i sindaci non lasceranno soli i propri cittadini, i quali sanno perfettamente che potranno contare su ciascuno di loro.

Chi ha lasciato soli quei territori è stato invece il presidente che non è ancora salito in auto per rendersi conto di persona di quanto è accaduto. Certamente, ognuno sa i suoi impegni, ma credo che per chi ha un ruolo così rilevante essere presente sul posto avrebbe avuto un altro senso, rispetto a una giunta fatta in videoconferenza con i sindaci (e nemmeno tutti), che in quei momenti erano anche occupati a prendersi cura delle proprie comunità.

E poi, per chiudere in bellezza, andiamo a ritroso nel tempo fino al 9 luglio 2021 e torniamo al giorno in cui l’assessore Lampis ha dichiarato “Coi tre canadair ad Olbia abbiamo una flotta adeguata per coprire l’intera isola”. Forse la flotta non era davvero adeguata, ma questa è un’altra storia.

Fausto Orrù

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