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giovedì, 28 Marzo 2024

Turismo e vacanze in Sardegna, segnali di ripresa

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Eventi e manifestazioni

Segnali di ripresa per le vacanze in Sardegna: lo dicono anche gli indicatori di mobilità (+9,8%). Tante le imprese artigiane legate al turismo: 6.400 con 15mila addetti. Maria Amelia Lai e Daniele Serra (Presidente e Segretario Confartigianato Imprese Sardegna) “Flussi turistici in crescita ma necessario lavorare sul “nuovo turismo” post pandemia”. Dall’Associazione Artigiana allarme per il riacuirsi del virus: aumentare tracciamento e vaccini.

Sono buone le prospettive dell’economia turistica per la Sardegna in questa estate 2021. Lo dicono i segnali positivi arrivano anche dagli indicatori di mobilità di Google per l’Isola: nella media dei primi 23 giorni di luglio 2021 la dinamica giornaliera dei flussi relativi a negozi e luoghi di ricreazione indica un +0.4% rispetto al periodo pre-crisi (2019) e un + 9,8% rispetto allo scorso anno, percentuale che sale al +14,0% per gli hub di trasporto.

E tra i “luoghi di ricreazione”, nell’Isola ci sono anche le circa 6.400 piccole e medie aziende artigiane, con oltre 15mila addetti, che si occupano di attività legate alle vacanze in Sardegna e allo svago: trasporti, ricettività, ristorazione, agroalimentare, servizi turistici, benessere, intrattenimento, attività ricreative e culturali ma anche produzione e vendita di monili, artigianato artistico, abbigliamento e calzature. Insomma, più di una 1 impresa su 5, delle 35mila realtà artigiane della Sardegna, è coinvolta, direttamente o con l’indotto, nel mercato turistico regionale.

Sono questi alcuni dei numeri chiave del dossier “Imprese artigiane nei settori interessati dalla domanda turistica in Sardegna 2021”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, attraverso i dati Istat, Unioncamere e Movimprese.

La “movimentazione” rilevata dai big data in Sardegna ci dicono di una interessante ripresa dei flussi turistici e della crescita della voglia di vacanze delle persone – affermano Maria Amelia Lai e Daniele Serra, Presidente e Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegnaperò in questo momento non basta e non basterà nei prossimi mesi quando la concorrenza tornerà a essere agguerrita e le frontiere aperte. Questo ragionamento ci deve spingere a lavorare ancora più duramente per riguadagnare posizioni sul fronte dell’attrattività, dell’artigianato, dell’ambiente e della cultura, che rappresentano i motori della nostra economia”. “Non vorremmo, però, che questi segnali di ripresa venissero stroncati dal riacuirsi della pandemia – sottolineano Presidente e Segretariocrediamo infatti che la campagna di tracciamento e vaccinazione, soprattutto nelle zone turistiche, sia per il personale delle attività, che per i turisti, debba essere rafforzata; ormai da settimane, in tantissime località si concentrano i più consistenti flussi turistici per la nostra regione e dove si registra il maggior numero di addetti”.

Come detto, alla fine del primo trimestre 2021 le imprese artigiane sarde operanti in attività interessate dalla domanda turistica sono 6.415, pari al 18,7% dell’artigianato totale e danno lavoro a 15.300 addetti. In chiave settoriale il comparto più rilevante quello della ristorazione (23,7%), seguono l’agroalimentare (22,9%), i trasporti (17,6), bar e pasticcerie (7,4%), abbigliamento e calzature (7%), e le imprese operanti di Attività ricreative, culturali, intrattenimento, Strutture ricettive e Giornali, guide ed editoria (1,2%). A queste bisogna aggiungere quelle operanti in vari settori non classificati (20,2%).

 Tra le province sarde (vecchi confini) Cagliari-Sud Sardegna raggruppa 2.592 attività (il 19,5% delle imprese artigiane coinvolte su totale di quelle iscritte nella Camere di Commercio), Sassari-Nord Sardegna 2.202 (18,2%), Nuoro 1.250 (19,5%) e Oristano 366 (15,1%).

L’analisi nazionale evidenzia come a livello regionale le più alte incidenze dell’artigianato nei settori a vocazione turistica sul totale dell’artigianato regionale si rintracciano in due regioni del Mezzogiorno cioè Sicilia e Campania con una quota sul totale pari rispettivamente al 22,3% e al 20,2%; seguono, con incidenza superiore alla media, Toscana (19,9%), Sardegna (18,7%), Calabria e Marche (entrambe con il 18,6%), Lazio (17,6%), Puglia (16,6%) e Basilicata (15,9%). Sempre a livello nazionale, tra le province, l’artigianato a vocazione turistica rappresenta circa un terzo del totale dell’artigianato del territorio a Prato (36,8%) e Fermo (32,2%), seguite, con un peso superiore ad un quinto, da Palermo (24,9%), Agrigento (23,9%), Firenze (23,1%), Catania (22,5%), Arezzo, Napoli e Reggio Calabria (tutte e tre con il 22,3%), Messina (21,9%), Caltanissetta (21,8%), Siracusa (21,6%), Trapani (21,0%) e Enna (20,2%).

Alla fine della pandemia troveremo un turismo e i turisti molto cambiati – continuano Lai e Serra e per soddisfare le richieste di questo nuovo e particolare turismo, è indispensabile lavorare in anticipo per offrire sempre più occasioni di esperienze nuove, come possono essere quelle proposte dalle particolarità artigiane, da vivere in prima persona e che solo in questo settore si possono ritrovare. Quindi l’artigianato deve, e dovrà, ricoprire sempre un ruolo di primo piano all’interno dello sviluppo strategico del turismo nella nostra regione”.“Per questo – concludono Presidente e Segretarioa livello regionale vanno intensificati gli sforzi per restituire competitività alla nostra offerta turistica e valorizzare le eccellenze del Made in Sardegna che hanno reso famosa la nostra isola nel mondo mentre, a livello nazionale, è necessario continuare a stimolare i consumi delle famiglie”.

Per l’Associazione Artigiana, infine, “è fondamentale, che le imprese, in particolare quelle artigiane, mettano a disposizione del turista non solo la più ampia gamma di prodotti e sensazioni, ma anche tutta la loro “artigianalità, come accade nel turismo esperienziale”.

La recente rilevazione dell’Istat sulle prospettive di vacanza degli italiani nel 2021, infatti indica che il 50,1% della popolazione italiana sta andando o andrà in vacanza in una località diversa da quella di residenza.

In questa estate, la destinazione prevalente delle vacanze è l’Italia: il 33,3% sceglierà la regione di residenza mentre il 63,6% opterà per un’altra regione italiana. Solo il 6,2% dei rispondenti prevede di andare all’estero. L’uso del veicolo privato prevale, indicato dell’84% del totale, in forte crescita rispetto al 62,9% della media dei viaggi di vacanza del 2019 e al 65,3% del 2018 che hanno utilizzato auto, caravan e camper.

Va ricordato che sul turismo estivo l’Italia ha una indiscussa leadership europea, collocandosi al primo posto tra i 27 paesi dell’Unione europea per presenze turistiche totali nei mesi estivi di giugno, luglio, agosto e settembre.

L’Istat ha inoltre registrato una sensibile caduta del turismo dei residenti ad agosto 2020 verso le destinazioni più tradizionali e affollate, in primis le grandi città (-29%), e i comuni a vocazione marittima (-18%). In parallelo si è registrata la scoperta (+7%) dei comuni a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica e i comuni del turismo lacuale (+25%), mentre si è osservata una tenuta (-0,2%) dei comuni a vocazione montana. In generale sono stati privilegiate località in cui – grazie agli ampi spazi – si riducono gli affollamenti e che dispongono di una adeguata ricettività extra alberghiera (agriturismi, open air ecc.).

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