L’ecocentro di San Gavino Monreale e le modalità di conferimento dei rifiuti tornano a far discutere i cittadini, spesso spiazzati dalle risposte e dai dinieghi riscontrati dagli operatori.
Per questo motivo due sangavinesi, Luca Vaccargiu e Pier Paolo Cardia, che in prima persona hanno avuto difficoltà nello smaltire rifiuti ingombranti o non smaltibili col porta a porta, hanno deciso di raccogliere le testimonianze di altri concittadini e di stilare una serie di domande e di suggerimenti per chi ha in mano le redini dell’ecocentro.
“Sicuramente – ci segnalano Vaccargiu e Cardia – c’è la necessità di conoscere tutte le regole esistenti e non quelle fatte dagli operatori volta per volta”.
Sì, perché le testimonianze raccontano spesso di incongruenze tra quello che viene concesso di conferire o meno
, in che quantità e con quanti viaggi giornalieri. Per questo, sarebbe utile avere un regolamento chiaro (magari esposto all’ingresso del centro di conferimento) che risponda a queste semplici domande:- cosa si può e cosa non si può conferire?
- come funziona l’ingresso a piedi (uno alla volta, più persone contemporaneamente o a discrezione dell’operatore?)
- lo stesso utente può conferire più volte durante la stessa giornata?
- la carta può essere conferita nella stessa in prossimità della stessa giornata prevista per il ritiro a domicilio?
- il vetro, se di grandi dimensioni, si può eliminare solo a domicilio in piccoli pezzi? È vero che non si può conferire all’ecocentro se intero? (es. il vetro di una finestra o un vecchio specchio)
- se arrivo qualche minuto prima dell’orario di chiusura, si possono conferire i rifiuti? In alternativa qual è l’orario limite reale?
Sembrano domande dalla risposta abbastanza ovvia, ma invece non è così semplice orientarsi: abbiamo sentito le testimonianze di decine di cittadini sangavinesi che riportano le istruzioni ricevute oralmente dagli operatori e le versioni non sempre combaciano, anzi.
Abbiamo inoltrato le domande all’azienda, ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto risposta: nell’attesa, segnaliamo alcune criticità ulteriori, che probabilmente meritano particolare attenzione. Ad esempio, se si deve scaricare un rifiuto particolarmente ingombrante dall’auto, non tutti gli operatori sono disposti ad aiutare: magari non è previsto dal contratto, ma questo può essere particolarmente complicato per persone anziane o meno prestanti fisicamente. Lo scopo dell’ecocentro dovrebbe comunque essere quello di favorire il corretto conferimento dei rifiuti e minimizzare l’inquinamento
, per questo ci si aspettano politiche che incoraggino le persone a recarsi nella zona PIP consapevoli di trovare un’organizzazione che favorisca il corretto svolgimento delle operazioni (e minimizzi la tentazione di chi, in spregio all’ambiente e al vivere civile, abbandona i rifiuti in campagna, non sapendo dove buttarli). Talvolta, basterebbe anche un gesto di gentilezza, che – ci auguriamo vivamente – sia comunque sempre garantita.Un altro punto critico è l’orario di apertura previsto nella giornata del mercoledì, ritenuto non consono con gli impegni di lavoro degli utenti, a maggior ragione in piena estate per gli oltre 40 gradi. O ancora, i contenitori per gli sfalci verdi, spesso non bastano (soprattutto nella bella stagione) e ci si deve riportare a casa tutto, facendo un viaggio a vuoto.
“Soprattutto in questo lungo periodo di restrizioni varie – sottolineano Vaccargiu e Cardia – ognuno di noi sta continuando ad approfittare per sistemare e ripulire un po’ tutte le proprietà, quindi vista l’affluenza all’ecocentro, andrebbero valutati sia prolungamenti d’orario che ulteriori aperture settimanali per evitare lunghe file nei tre giorni programmati”.