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L’ode all’amore di Salvatore Mocci: un romanzo per ricordare gli orrori della guerra e del nazismo

Un libro che ripercorre il periodo più buio del Novecento, nato dalla penna di Salvatore Mocci, scrittore di Gonnosfanadiga.

Di fronte agli occhi di un giovane uomo si dispiega la realtà atroce che è costretto a sperimentare in prima persona quando, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, dalla sua Sardegna sarà deportato nel campo di sterminio di Dachau, in Germania. Da qui si dipana una vicenda umana cesellata con oro ed empatia, in cui l’esperienza di un singolo si tramuta nell’emblema della storia della collettività. La voce del silenzio

dà effettivamente voce, quasi fosse un amplificatore, alle sofferenze e ai lutti che hanno segnato nel profondo i tanti uomini e le molte donne che hanno vissuto le atrocità partorite dal nazismo.

Emozioni forti, sofferenza e amore sapientemente raccontate con maestria dalla penna incantata di uno scrittore semplicemente autentico. Eventi e personaggi, pagina dopo pagina coinvolgeranno completamente il lettore portandolo a profonde riflessioni.

Lo scrittore

Salvatore Mocci è nato a Cagliari l’11 giugno 1958, vive a Gonnosfanadiga, paese a cinquanta chilometri da Cagliari.

Non ancora maggiorenne, dopo aver interrotto gli studi nell’istituto superiore, conseguita una qualifica professionale come saldatore, emigra in Germania dove trascorre un triennio. Lì trova un ottimo lavoro, grazie al suo carattere estroverso e al gioco del calcio che pratica sin da bambino. Il richiamo della propria terra, però, è tanto forte da diventare insostenibile, per cui il rientro in Sardegna è inevitabile. Qui svolge vari lavori, anche se prevalentemente segue l’azienda di famiglia. Nel 1984 vince un concorso indetto dal Comune di Gonnosfanadiga, dove lavora in qualità di operaio sino all’anno 2000. Successivamente, cambiando mansione, viene impiegato e integrato tra il personale ausiliario della scuola primaria. È sposato e ha due figli.

Appassionato di lettura e d’arte, a tempo perso si diletta con la pittura, la scultura e la scrittura. La voce del silenzio è il suo primo romanzo. È in fase di ultimazione una raccolta di “poesie non poesie” dal titolo Introspezione.

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