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mercoledì, 24 Aprile 2024

Caccia, approvato il calendario venatorio 2023-24

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Il Comitato regionale faunistico ha approvato il calendario venatorio 2023/2024. Si inizia domenica 3 e giovedì 7 settembre con la caccia a tortora, cornacchia grigia e ghiandaia, per poi riprendere domenica 17 settembre con l’apertura generale che, quest’ anno, coinciderà con l’apertura alla nobile stanziale. Sono, infatti, previste tre giornate di caccia a pernice, lepre e coniglio (domenica 17, 24 settembre e 1 ottobre).

Da domenica 17 settembre saranno inoltre cacciabili germano reale, alzavola, canapiglia, codone, cornacchia grigia, fischione, folaga, gallinella d’acqua, ghiandaia, marzaiola, mestolone, porciglione, beccaccino, frullino, merlo, quaglia e volpe.

Per le specie beccaccia, cesena, tordo bottaccio e tordo sassello si dovrà aspettare domenica 8 ottobre e si potrà proseguire sino a mercoledì 31 gennaio (compreso). La caccia all’allodola sarà consentita da domenica 4 ottobre al 31 dicembre, al cinghiale da mercoledì 1 novembre al 31 gennaio. Grazie all’approvazione del Piano di gestione della specie, dopo anni, il moriglione sarà nuovamente presente tra le specie cacciabili. Infine, la caccia al colombaccio si potrà esercitare da domenica 1 ottobre a sabato 10 febbraio.

Dal 5 ottobre si potrà cacciare nelle giornate di giovedì e festivi infrasettimanali, compresi venerdì 8 dicembre e martedì 26 dicembre. In sintesi, la chiusura della stagione venatoria è prevista per il 31 gennaio 2024, tranne per allodola, merlo e quaglia (anticipata al 31 dicembre 2023), e colombaccio (posticipata a sabato 10 febbraio 2024).

“Stiamo proseguendo il cammino intrapreso negli anni scorsi, nel tentativo di programmare per tempo l’attività venatoria e garantire certezze ai cacciatori sardi – ha commentato l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Marco PorcuQuest’anno per il censimento di lepri e pernici collaboriamo con l’Ente nazionale per la cinofilia, che, attraverso l’utilizzo dei cani da ferma, ci consentirà di monitorare una maggiore superficie territoriale e avere un quadro ben definito della presenza di specie selvatiche oggetto di caccia. Inoltre, grazie ad una serie di studi scientifici, siamo riusciti a individuare, con maggior precisione, i periodi di inizio migrazione prenuziale delle specie selvatiche”.

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