La recente ordinanza del Collegio di Garanzia della Corte d’Appello di Cagliari, che ha dichiarato decaduta Alessandra Todde dalla carica di Presidente della Regione Sardegna, ha scatenato un acceso dibattito politico e sociale. La decisione, basata su contestazioni relative alla mancata trasparenza dei finanziamenti elettorali e all’assenza di un mandatario obbligatorio, potrebbe aprire scenari politici e giuridici complessi, soprattutto se confermata nei successivi gradi di giudizio.
In un comunicato stampa, il movimento Sardegna Chiama Sardegna sottolinea come la vicenda metta in luce criticità sistemiche della politica sarda, caratterizzata da una carenza di trasparenza e da una gestione approssimativa delle regole. “Non si tratta di mere formalità”, spiega il movimento, che punta il dito contro le irregolarità nella gestione dei conti e l’assenza di strumenti tracciabili per le spese elettorali. Tali mancanze, secondo il movimento, sono inaccettabili per chi si propone come garante dell’onestà e della correttezza istituzionale.
Il comunicato denuncia anche l’atteggiamento di chi minimizza il caso o lo derubrica a presunti “complotti di palazzo”. Sardegna Chiama Sardegna non risparmia critiche agli esponenti politici che adottano posizioni ambigue, accusando sia la maggioranza di centrodestra sia parte dell’opposizione di essere lontane dai principi di trasparenza e buon governo.
Nonostante le critiche al sistema attuale, il movimento propone una riforma elettorale in chiave proporzionale, finalizzata a garantire maggiore rappresentatività e inclusione. Questa riforma, sostiene Sardegna Chiama Sardegna, sarebbe indispensabile per superare l’attuale crisi di fiducia che mina la politica sarda e per costruire un sistema più equo e democratico.
Sul piano politico, il caso Todde evidenzierebbe una situazione etica e morale precaria. Sardegna Chiama Sardegna denuncia “comitati elettorali con staff di nomina politica” e un sistema alimentato da “spinte autoconservative” e “presunzioni di superiorità rispetto alle regole”. Di fronte a questo quadro, il movimento invoca una svolta radicale: affrontare le vere urgenze sociali ed economiche, con particolare attenzione alla sanità, e avviare un processo partecipativo per riformare la legge elettorale.
Infine, Sardegna Chiama Sardegna invita il governo regionale ad assumersi la responsabilità di avviare un cambiamento prima del definitivo pronunciamento sulla decadenza. Solo così, sostiene il movimento, si potrà ricostruire la fiducia degli elettori, garantire una rappresentanza equilibrata dei territori e promuovere una politica sarda finalmente capace di rispondere alle esigenze dell’Isola.