Il cortometraggio “Gallos” racconta la storia di un narcotrafficante colombiano che, insieme ai suoi scagnozzi, si trasferisce in Sardegna, precisamente a Segariu, per espandere i propri traffici verso l’Europa. Nato da un’idea del regista Daniel Vargiu (31 anni), il progetto si sviluppa con un’inedita ironia sul mondo del crimine, affrontando anche temi sociali come l’abuso di cocaina con un approccio leggero ma riflessivo.
Un metodo insospettabile e un confronto con la comunità. Uno degli elementi più originali di “Gallos” è il metodo altamente insospettabile utilizzato dal narcotrafficante per trasportare la droga, che aggiunge una nota di inventiva al racconto. Tuttavia, il protagonista si scontrerà inevitabilmente con la comunità locale, dando vita a una serie di eventi che intrecciano humor e tensione, e che riflettono lo spirito del cortometraggio.
Un look vintage che rispecchia gli anni ’80. Gallos si distingue anche per il suo look visivo dal sapore vintage, che richiama gli anni ’80. L’uso di location, costumi e scelte cromatiche specifiche contribuisce a creare un’atmosfera nostalgica e coinvolgente, rendendo l’esperienza visiva ancora più memorabile.
Un progetto indipendente e comunitario. Dietro Gallos si cela la determinazione del regista, che ha curato ogni aspetto della produzione. Ideatore, scrittore, regista, direttore della fotografia, scenografo e montatore, Vargiu ha gestito ogni fase del progetto, coinvolgendo gli amici come attori e collaboratori. Nonostante il supporto della comunità di Segariu, che ha contribuito con entusiasmo al progetto, gran parte del lavoro creativo e tecnico è stato realizzato in totale autonomia.
Un sogno nato da una passione. Ispirato dalla serie “Narcos” di Netflix, Gallos è nato come un gioco, una versione personale e divertente della vita di un narcotrafficante. L’idea si è trasformata in un’opportunità per il regista di sperimentare e acquisire esperienza nel mondo dell’audiovisivo, unendo passione, creatività e un pizzico di audacia.
Una raccolta fondi di successo. Il progetto ha preso vita grazie a una campagna di raccolta fondi che ha coinvolto non solo la comunità di Segariu, ma anche sostenitori da tutta la Sardegna e dall’estero, con donazioni da Germania, Inghilterra, Belgio e Spagna. Con circa 70 donazioni, la campagna ha raccolto 1.500 euro, ai quali il regista ha aggiunto 5.000 euro di tasca propria per coprire i costi complessivi di produzione.