La tariffazione puntuale dei rifiuti è un sistema per la gestione dei rifiuti che consente di introdurre una tariffa calcolata (almeno in parte) in base alla reale produzione di rifiuto conferito dai cittadini. La tariffazione puntuale dei rifiuti si basa sul principio del “chi inquina paga”, un modello che punta a una gestione più equa e sostenibile dei rifiuti. La tariffa puntuale prevede che gli utenti abbiano a disposizione un certo numero di conferimenti annui che varia a seconda del numero di componenti del nucleo familiare. Se si superano le soglie minime stabilite per la propria categoria si paga una quota aggiuntiva direttamente in bolletta. Se da un lato questa misura può portare vantaggi significativi, dall’altro è accompagnata da una serie di criticità che ne rendono complessa l’accettazione da parte della cittadinanza.
Tra i vantaggi, spicca la possibilità di ridurre sensibilmente i rifiuti destinati a discariche o inceneritori. Questo non solo contribuisce a una gestione ambientale più responsabile, ma consente anche di abbattere i costi generali del sistema. Inoltre, il meccanismo premia le famiglie più virtuose, che grazie a una corretta differenziazione e a una produzione minima di rifiuti indifferenziati, possono vedere una riduzione delle tariffe. Si tratta quindi di un sistema che punta a educare la comunità verso abitudini più sostenibili e responsabili, rendendo più equa la distribuzione dei costi del servizio di smaltimento.
Tuttavia, i problemi legati alla tariffazione puntuale non sono trascurabili. Il primo rischio evidente è che la misura possa incentivare comportamenti incivili, come l’abbandono dei rifiuti nei cestini pubblici o, peggio, nelle campagne, già gravemente invase da discariche abusive. La prospettiva di dover pagare di più per i propri rifiuti potrebbe spingere molti a cercare soluzioni illegali per evitarlo. Allo stesso modo, la misura potrebbe scoraggiare una corretta raccolta differenziata, portando le persone a ridurre il peso dei rifiuti indifferenziati, ma a scapito della qualità della differenziazione. Questo comportamento non solo vanificherebbe gli obiettivi del sistema, ma comprometterebbe anche la qualità del materiale recuperato.
Un altro possibile abuso – tra il serio e il faceto – è quello del conferimento del secco nei bidoni altrui, col favore del buio serale. Se una persona volesse evitare di pagare di più, potrebbe pensare di nascondere i propri rifiuti nei bidoni dei vicini di casa (naturalmente stando ben attento a non farsi cogliere sul fatto). Chi potrebbe davvero controllare e vigilare su tutte le molteplici possibilità delle menti più “creative” tipiche del Bel Paese? Nessuno, è evidente.
Per tutte queste ragioni è difficile immaginare che una variazione delle tariffe legato al peso dei rifiuti prodotti venga ben accolta dalla cittadinanza. La percezione comune potrebbe essere quella di una nuova tassa ingiustificata, soprattutto per famiglie numerose o con esigenze particolari, come la presenza di panni per bambini o anziani. Queste situazioni comportano inevitabilmente una produzione maggiore di rifiuti, il che rende il sistema penalizzante e poco equo. Una domanda ricorrente è “ma anche i panni per bambini o per adulti rientrano nella tariffazione puntuale?”, perché la paura che situazioni contingenti possano pesare sull’economia familiare serpeggia tra i cittadini.
Quali possono essere le soluzioni alternative? Difficile a dirsi, perché la risposta varia in base alla sensibilità ambientale e politica del singolo cittadino. Da fervidi sostenitori della progressività della tassazione (e delle multe) su base reddituale, rispetto a una tariffazione puntuale, saremmo più favorevoli a una TARI calcolata sul reddito e sul patrimonio del nucleo familiare del contribuente (come accade con l’ISEE per una serie di servizi e per l’assegno unico familiare).
Qualunque sia la scelta finale, è fondamentale affrontarne i limiti con approcci mirati. Una campagna di sensibilizzazione ben strutturata, il dialogo costante con la comunità e l’introduzione graduale del sistema potrebbero essere elementi chiave per attenuare le criticità e garantire il successo di qualunque misura, compresa la tariffazione puntuale. Ma senza un’attenta pianificazione e una gestione efficace dei possibili rischi, il modello rischia di produrre più problemi che benefici.