Nuova ondata di licenziamenti nelle ditte d’appalto che operano nello stabilimento della Portovesme Srl, società di proprietà del gruppo Glencore. La decisione ha innescato una dura reazione da parte dei sindacati, che denunciano una situazione sempre più insostenibile per i lavoratori coinvolti.
Oggi è stata convocata con carattere d’urgenza una riunione del coordinamento appalti dei metalmeccanici. L’incontro è stato richiesto dalle segreterie territoriali di Fiom, Fsm, Uilm Sardegna Sud-Occidentale Sulcis-Iglesiente e dalle Rsu dei metalmeccanici per affrontare l’emergenza occupazionale.
“Non è accettabile il silenzio del Governo sul futuro della Portovesme srl così come sul complessivo rilancio delle produzioni di zinco, piombo e alluminio considerate strategiche dallo stesso ministro Urso, al quale oggi chiediamo che fine hanno fatto gli impegni presi davanti ai cancelli dello stabilimento ormai più di due mesi fa”: così il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante che chiede con la massima urgenza un incontro al ministro per fare chiarezza sulle prospettive della Portovesme srl e dell’area industriale.
“Due mesi sono lunghi ma la misura è colma, non si può venire in un territorio che soffre una crisi senza precedenti e prendere impegni che poi non si concretizzano” – prosegue il segretario sottolineando che “le promesse vane rischiano di alimentare ulteriormente un clima di tensione e preoccupazione”. Il riferimento va anche alle dichiarazioni secondo cui ci sarebbe un acquirente dello stabilimento della Glencore del quale però nulla si sa.
Insomma, per la Cgil è urgente la convocazione di nuovo incontro a Roma per chiarire quali prospettive e quali azioni sono realmente in campo per dare risposte ai lavoratori e alle lavoratrici.
Intanto, secondo quanto riportato dai sindacati, la situazione nei cantieri di Portovesme è precipitata nel giro di pochi mesi. Attualmente, il numero di lavoratori delle ditte d’appalto si è ridotto a 111 unità, contro le circa 200 registrate solo un anno e mezzo fa. La contrazione della forza lavoro ha comportato un drastico calo delle attività, con le aziende costrette a impegnare solo il 20% del personale disponibile.