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sabato, 19 Aprile 2025

Una raccolta firme per la riattivazione di servizi essenziali nel programma Home Care Premium

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La pubblicazione, in data 25 marzo 2025, del nuovo bando Home Care Premium 2025-2028 (da ora in poi HCP) sul portale dell’INPS è stata accompagnata immediatamente da un’ondata di proteste. Il bando, che da diversi anni ormai consente a persone che vivono in situazione di non autosufficienza di ricevere una serie di prestazioni tese a migliorare le proprie condizioni di vita, vede quest’anno delle sostanziali modifiche che in parte ne snaturano le funzioni. Da qualche giorno è partita una raccolta firme lanciata da Salvatore Picconi, consulente per la terza età e la non autosufficienza, che pone l’accento sull’assoluta necessità di ripristinare quegli elementi essenziali, previsti nelle precedenti edizioni e ora assenti nel nuovo bando. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Cos’è il bando Home Care Premium e chi sono i beneficiari primari

Il Bando HCP è un servizio di assistenza domiciliare messo a disposizione dall’INPS nei confronti di persone che si trovano in condizione di non autosufficienza. Possono beneficiarne persone di tutte le fasce d’età età alle quali è stata riconosciuta un’invalidità civile di almeno il 67% e/o una disabilità grave. Tale servizio è funzionale al miglioramento della vita delle persone e mira a garantire un insieme di benefici legati alla cura e all’assistenza domiciliare di vario genere. Il servizio viene attivato attraverso un bando INPS tramite la “Gestione Prestazioni creditizie e sociali”. A beneficiarne sono soprattutto anziani e persone in situazione di disabilità che, nella maggior parte dei casi, non hanno a disposizione un supporto adeguato da parte di familiari o caregiver e si trovano spesso, per tale motivo, in condizioni di svantaggio. In seguito alla domanda, a ciascun beneficiario viene assegnato un punteggio sulla base della gravità delle esigenze e delle prestazioni richieste, e in base al quale è redatta dall’INPS una graduatoria in cui sono distinti beneficiari e idonei. Tra il beneficiario e l’ente convenzionato viene predisposto un Piano Assistenziale Individuale (PAI) che definisce la natura di tali prestazioni.

Importanza e differenze rispetto ai bandi precedenti

Il programma HCP è estremamente importante per garantire un supporto continuativo nel tempo ed efficace teso al miglioramento delle condizioni di vita delle persone con disabilità e persone in situazione di non autosufficienza. Il contributo del servizio è notevole e imprescindibile per un’ampia fascia della popolazione che include un gran numero di anziani e persone in situazione di disabilità.

La differenza più importante, che ha un impatto sulla vita di centinaia di persone in situazione di non autosufficienza, di varie fasce di età, nonché uno dei servizi più richiesti sino ad oggi concerne la possibilità di beneficiare dei servizi professionali domiciliari a cura di un operatore socio sanitario (O.S.S.), figura prevista nei bandi precedenti attualmente in vigore. Il nuovo Bando HCP non prevede più questa figura. All’articolo 17 infatti tra “i servizi potenzialmente oggetto di prestazioni integrative” non troviamo più l’Operatore socio-sanitario (O.S.S.). Al suo posto, troviamo soltanto i servizi professionali effettuati da “terapista occupazionale”, terapista “della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva”, psicologi e psicoterapeuti, nutrizionisti, fisioterapisti, logopedisti, educatori, infermieri. Nel bando del 2022, all’articolo 21, gli “operatori socio-sanitari” erano invece al primo posto, seguiti dalla possibilità di fare riferimento a “servizi e strutture a carattere extra domiciliare”.

Insieme all’importante modifica relativa agli O.S.S, non è dunque più possibile, per i caregiver familiari, ricevere i servizi di “sollievo”, che costituiscono un’altra componente fondamentale per garantire a tutti gli effetti migliori condizioni di vista delle persone. L’opzione “Sollievo”, nel vecchio Bando HCP 2022, era un servizio pensato per il nucleo familiare, finalizzato al “recupero delle energie psicofisiche necessarie all’assistenza del beneficiario” e prevedeva pertanto “interventi di sollievo domiciliare, diurna extra domiciliare e residenziale”, per tutti i casi in cui “la necessità assistenziale” non fosse “integralmente soddisfatta dai ‘servizi pubblici’”. Si può capire come l’eliminazione di questa voce abbia un impatto soprattutto nelle regioni del sud o comunque in quelle aree del territorio meno coperte da servizi essenziali o con significative carenze. Oltre a negare dunque l’accesso a centri diurni e strutture extra-domiciliari, vengono negati anche i servizi di trasporto assistito e la fornitura di ausili per l’autonomia (voce “trasferimento assistito” nel Bando HCP 2022). Si tratta di “Servizi di accompagnamento, trasporto o trasferimento” dell’assistito giustificati da “specifiche e particolari necessità (visite mediche, accesso al centro diurno, ecc.)”, che potevano essere “articolati in trasporto collettivo/individuale senza assistenza, con assistenza, con assistenza carrozzato e trasporto barellato”. L’attivazione di tutti questi servizi poteva essere richiesta, con grandi benefici agli utenti, nelle precedenti versioni del programma HCP e, come si legge nella petizione si tratta di servizi che “rispondono ai bisogni reali della maggior parte dei beneficiari HCP, costituita per il 90% da anziani over 65, di cui l’80% ultraottantenni, e per l’80% donne con limitazioni funzionali gravi (Politiche Sociali – Il Mulino, 2017, doi: 10.7389/87244)”.

“Molte di queste persone”, spiega infatti Picconi nella lettera che accompagna la raccolta firme, “vivono sole o in famiglie con ISEE inferiore a 15.000 euro e necessitano di interventi concreti, continuativi e quotidiani: igiene personale, accompagnamento, attività di socializzazione, supporto relazionale”. L’eliminazione di questi servizi dalla lista delle prestazioni previste contraddirebbe la stessa premessa del bando, ovvero fornire un supporto “in base al grado di disabilità della persona, alle condizioni economiche e al bisogno socioassistenziale” (DM n. 463/1998).

L’invito dei coordinatori della petizione è di firmare e far firmare affinché vengano ripristinati questi servizi essenziali per la qualità della vita degli utenti più fragili e “per difendere un welfare più umano e giusto”.

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