Oggi 10 aprile, la Scuola Sottufficiali dell’Esercito Italiano di Viterbo ospita il giuramento solenne del 27° Corso “Volontà”, un momento simbolico e carico di significato per i giovani impegnati nel percorso formativo militare.
Tra loro c’è anche Diego Brandolini, 19 anni, nato a San Gavino Monreale e cresciuto a Gonnosfanadiga. Figlio di un militare della Brigata Sassari e di un’insegnante della scuola dell’infanzia, Diego ha scelto di intraprendere una carriera nelle Forze Armate con determinazione e senso del dovere. Diplomato in Meccatronica all’Istituto “Buonarroti” di Guspini, appassionato di palestra e istruttore certificato di Body Building, incarna lo spirito di chi guarda al futuro con impegno e disciplina.
Abbiamo raccolto la sua testimonianza alla vigilia di un giorno che segna l’inizio di un cammino importante.
Come si entra a far parte della Scuola Sottufficiali dell’Esercito? Quali difficoltà hai avuto durante il concorso e come le hai superate?
Alla Scuola Sottufficiali si accede tramite concorso pubblico, dopo aver superato prove fisiche, di cultura generale e di lingua inglese oltre ad avere l’idoneità psicoattitudinale e fisica. Il concorso è molto selettivo, personalmente posso affermare che sono riuscito a superare le fasi concorsuali grazie alla determinazione e motivazione per indossare l’uniforme che tanto agognavo.
Quali sono le qualità fondamentali per affrontare al meglio la vita all’interno della Scuola Sottufficiali dell’Esercito?
La vita all’interno della Scuola Sottufficiali è molto dinamica, per affrontarla al meglio è necessario avere qualità fisiche e morali oltre a tanta grinta e determinazione. L’insegnamento più grande che la Scuola riesce a trasmetterti è lo “spirito di corpo” cioè la capacità di condividere con i propri colleghi i momenti belli che quelli più impegnativi, che fa diventare la difficoltà del singolo, un problema di tutti, collaborando per la risoluzione.
Quale è stato il momento più difficile del tuo percorso fino ad ora e come lo hai superato?
Provenendo dalla vita civile posso affermare che il momento più difficile è stato l’ambientamento iniziale alla vita i primi mesi di corso. Oltre alla lontananza da casa mi dovevo rapportare con dei colleghi che avevano alle spalle tanti mesi, in alcuni casi anche anni, di servizio, perciò con un bagaglio di esperienze ben consolidato. L’impatto iniziale è stato duro ma la mia motivazione e determinazione mi hanno dato la forza per superare questo percorso iniziale nel migliore dei modi.
Come ti ha cambiato questa esperienza?
L’esperienza all’interno della Scuola Sottufficiali dell’Esercito fino ad ora è stata la più entusiasmante della mia vita, mi ha fatto comprendere che non dobbiamo dare niente per scontato, che per raggiungere grandi obiettivi dobbiamo lavorare e impegnarci ogni giorno, curando il particolare in tutto quello che facciamo.
Quale è il percorso di formazione all’interno della scuola? Quale attività Scolastica/sportiva/addestrativa ti appassiona di più e perché?
Il percorso formativo all’interno della scuola è finalizzato al raggiungimento di abilità e competenze sia in ambito militare, fisico ma anche universitario. Personalmente mi appassionano tutte le attività, in particolare prediligo le attività addestrative esterne e le attività fisiche che mi danno la possibilità di avere un immediato riscontro dei risultati incrementali ottenuti.
Come gestisci la lontananza da casa e il distacco dalla tua famiglia e dagli amici?
Sicuramente la lontananza da casa e il distacco dalla famiglia e dagli amici inizialmente è stato molto impattante, ma ormai sono ben integrato con i colleghi di corso, che prima di tutto sono amici. Anche questo fa parte della vita che ho scelto.
Qual è stato il momento più emozionante vissuto fino ad ora?
Il momento più emozionante che ho vissuto alla Scuola Sottufficiali dell’Esercito è stato quando ho indossato per la prima volta l’uniforme. Quel gesto ha rappresentato un passo significativo, rendendomi pienamente consapevole della responsabilità e dell’onore che comporta appartenere a questa Istituzione. È stato un momento di grande orgoglio, un’emozione unica che non dimenticherò mai.
Se dovessi convincere un giovane a intraprendere questo percorso cosa gli diresti?
Se dovessi spronare un giovane a intraprendere questo percorso, gli consiglierei di iniziare ad allenarsi, perché una buona condizione fisica è fondamentale per affrontare le sfide iniziali. Inoltre, gli direi che questo non è semplicemente un lavoro, ma una vera e propria scelta di vita, un cammino che, pur essendo ricco di sacrifici, sa regalare anche immense soddisfazioni. Gli direi che per indossare un’uniforme come la nostra è necessario credere in valori che per noi sono imprescindibili.