In Italia cresce l’interesse verso i fondi comuni, organismi di investimento collettivo del risparmio che raccolgono denaro da diversi investitori per poi investirlo in un portafoglio diversificato di attività finanziarie, come azioni, obbligazioni e altri strumenti. Lo dimostrano i dati presentati ultimamente a Milano dall’Osservatorio annuale sui sottoscrittori di fondi comuni in Italia, curato dall’Ufficio Studi dell’Associazione, secondo i quali sono 11,6 milioni gli italiani che hanno deciso di investire in fondi comuni, contro gli 11,1 milioni calcolati dal precedente Osservatorio.
Come evidenziato da Alessandro Rota, direttore Ufficio Studi Assogestioni, nel 2024 circa un milione e mezzo di italiani ha investito in fondi comuni per la prima volta. In crescita anche il valore medio investito, che si aggira sui 52.000 euro. Tuttavia Riccardo Morassut, Senior Research Analyst dell’Ufficio Studi, ha ricordato che circa 6 milioni di italiani, quindi la metà dei sottoscrittori, preferisce investire cifre più contenute, fino a 21.000 euro, a dimostrazione del carattere democratico dei fondi di investimento e della loro accessibilità ad una platea piuttosto ampia e variegata.
Tra gli investitori l’età media è di 61 anni e sono proprio i Boomer a conquistare la scena, rappresentando il 41% del totale e detenendo circa la metà della ricchezza complessiva (48%). Sono però in netta ascesa i Millennials e la Generazione Z, che rappresentano insieme il 15% dei sottoscrittori e che detengono il 6% delle masse. Inoltre, tra i 1,5 milioni di risparmiatori che hanno investito in fondi comuni per la prima volta nel 2024, il 23% appartiene alle generazioni più giovani.
Anche il cosiddetto gender gap si sta assottigliando, dal momento che le donne oggi rappresentano il 47% dei sottoscrittori, investendo una media di 50.000 euro, non molto lontana da quella degli uomini che si attesta sui 55.000 euro. L’analisi si è soffermata anche sul profilo geografico e la partecipazione più alta si è registrata al Nord Italia, dove risiede il 64% dei sottoscrittori e dove si colloca circa il 68% del denaro investito.
Per quanto riguarda la partecipazione, al primo posto si colloca l’Emilia-Romagna con il 30,2%, seguita dalla Lombardia con il 28,1% e dal Piemonte con il 27,4%. La classifica dell’investimento vede invece al primo posto la Lombardia, con una media di 58.918 euro, al secondo posto la Liguria con una media di 58.675 e al terzo posto il Piemonte con una media di 57.579 euro. Guardando all’investimento medio, il Centro (49.000 euro) e il Sud e le Isole (43.000 euro) scendono al di sotto della media nazionale.
La distribuzione dei fondi è ancora largamente concentrata sul canale bancario, che gestisce il 95% delle vendite. Per quanto riguarda invece i fondi esteri, si osserva un aumento dell’importanza delle reti di consulenti finanziari, che veicolano il 49% dei fondi cross-border.
Per quanto riguarda le modalità di investimento, il versamento in un’unica soluzione (PIC) rimane la scelta più diffusa, rappresentando il 62% delle operazioni. Tuttavia i piani di accumulo (PAC) coinvolgono ormai il 21% degli investitori. Proprio la modalità di investimento è uno step fondamentale da conoscere, per questo motivo invitiamo a visualizzare la piattaforma per investire Onlinesim.it, dove molto spazio è dato anche all’informazione e all’education e dove viene chiarito in maniera semplice la differenza tra PIC e PAC, con apposite sezioni che spiegano dettagliatamente come investire in fondi a seconda delle proprie esigenze e necessità.






