Venerdì 3 ottobre 2025, al Teatro Comunale di San Gavino Monreale, è previsto un incontro tra la Presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde e gli studenti delle classi quinte dell’Istituto “Marconi-Lussu” e del Liceo “Piga” di Villacidro. L’appuntamento, che coinvolgerà circa 140 ragazzi, sarà articolato in una presentazione della Presidente e in uno spazio dedicato alle domande degli studenti.
Una comunicazione interna, indirizzata ai docenti e ai coordinatori di classe, ha però suscitato polemiche. Nel documento si legge che ogni classe dovrà preparare almeno due quesiti da sottoporre alla Presidente, ma non saranno consentite domande “politiche” né riferite a “vicende giudiziarie”. Inoltre, i quesiti dovranno essere condivisi e approvati dal responsabile della comunicazione della stessa Todde prima di essere rivolti in pubblico.
L’indicazione di evitare “strumentalizzazioni” e di concentrare le domande solo su temi ritenuti idonei – come ambiente, istruzione, giovani, qualità della vita, fuga dei cervelli – è stata letta da alcuni come una forma di censura preventiva nei confronti degli studenti.
Cristiana Cacciapaglia e Danilo Lampis, portavoce di Sardegna chiama Sardegna – movimento politico autonomista che per primo ha sollevato la questione – hanno dichiarato: “Questa impostazione è inaccettabile: la scuola dovrebbe essere una palestra di democrazia, non un palcoscenico di propaganda politica. Stabilire a priori quali domande si possono fare e quali no significa minare la libertà di pensiero degli studenti, svilendo il senso stesso dell’incontro. Non si tratta di educare a un confronto critico, ma di addestrare a un conformismo utile solo a costruire un’immagine positiva della Presidente. In questo modo si alimenta la distanza tra giovani e politica, quando invece bisognerebbe avvicinarli al dibattito pubblico e al senso della partecipazione”.
Durissimo il commento del consigliere regionale Alberto Urpi, che non ha nascosto la propria perplessità: “Se così fosse, sarebbe un insulto per i giovani e per le scuole del nostro territorio. La Presidente, che in passato (in campagna elettorale) ha sempre sostenuto con forza l’importanza della giustizia e della trasparenza, oggi invece parrebbe che voglia evitare le domande degli studenti. Gli studenti rappresentano la società civile di oggi e di domani e avere paura di loro e delle loro domande è, se confermato, gravissimo”. Urpi ha quindi richiamato anche la base del Movimento 5 Stelle: “Cosa ne penseranno gli iscritti al movimento 5 stelle, urlatori della mancata trasparenza (degli altri però)?”.
Il consigliere regionale ha poi concluso: “Molto semplicemente penso che governare significhi anche sottoporsi a tutte le domande, senza che queste siano filtrate dal capo ufficio stampa della Regione. Come rappresentante del territorio spero arrivi velocemente una smentita o un chiarimento”.
Resta dunque da capire se si tratti di un malinteso organizzativo o di una precisa scelta comunicativa. L’incontro con gli studenti, nato per favorire il dialogo tra istituzioni e nuove generazioni, rischia di trasformarsi in un caso politico.





