Alberto Urpi (Sardegna al Centro 2020): “Una battaglia che mi sta profondamente a cuore: dobbiamo tutelare i più fragili e garantire servizi alla nostra provincia”.
Il consigliere regionale Alberto Urpi, primo firmatario, insieme ai colleghi Peru e Tunis del gruppo Sardegna al Centro 2020, ha depositato un’interrogazione rivolta al Presidente della Regione e all’Assessore regionale alla Sanità per segnalare la grave situazione legata alla carenza di posti letto nelle RSA del Medio Campidano e la necessità di una programmazione integrativa che garantisca equità e dignità ai cittadini più fragili.
“Questa interrogazione nasce da un sentimento profondo, da un dovere morale verso i nostri cittadini più fragili. Parliamo di persone che, in una fase delicata della vita, meritano di trovare accoglienza, assistenza e dignità — non di doversi spostare lontano da casa per ricevere le cure che spettano a tutti”, dichiara Urpi.
Il Medio Campidano è una provincia importante per la Sardegna, ma troppo spesso trascurata nell’offerta di servizi essenziali. La carenza di strutture e di posti letto nelle RSA rappresenta non solo un problema di salute pubblica, ma anche una questione sociale e territoriale che incide sulla qualità della vita delle famiglie e sulla tenuta delle comunità locali.
“La mia preoccupazione è duplice: tutelare i più fragili e, al tempo stesso, garantire che il territorio non si spopoli. Ogni nuovo servizio significa anche posti di lavoro, competenze, presenza, vita nei nostri paesi. Dobbiamo colmare questo vuoto, con un’attenzione concreta e non solo formale”, aggiunge Urpi.
L’interrogazione chiede alla Giunta Regionale di valutare una revisione della programmazione sanitaria e socio-assistenziale per la provincia del Medio Campidano, al fine di rafforzare l’offerta di servizi e di promuovere nuove soluzioni, anche attraverso forme di co-programmazione tra enti pubblici e privati.
“Questa non è una battaglia politica, ma una battaglia di umanità e di equità territoriale. La Sardegna deve essere una sola, anche nel diritto alla cura”, conclude Urpi.






