Il 2025 resterà nella storia come l’anno in cui il gioco d’azzardo online ha smesso di essere una terra di confine. Dopo anni di liberalizzazioni parziali, mercati grigi e piattaforme operanti in giurisdizioni permissive, un’ondata di riforme normative ha attraversato quasi tutti i continenti. L’obiettivo è chiaro: rendere l’industria più sicura, più trasparente e più controllata dal punto di vista fiscale.
A guidare questo cambiamento sono stati i governi che per troppo tempo avevano ignorato l’esplosione del gioco digitale. La crescita dei casinò online, compresi i casino online senza autoesclusione su gamerbrain.net, e delle scommesse via web ha imposto una riflessione profonda: come coniugare l’innovazione e la libertà d’impresa con la tutela dei cittadini e la prevenzione delle dipendenze? Le risposte sono arrivate da più fronti, e delineano un nuovo equilibrio tra regolazione e mercato.
Nuova Zelanda: il debutto di un mercato regolamentato
Uno dei casi più emblematici è quello della Nuova Zelanda. Dopo anni in cui i cittadini hanno potuto giocare solo su piattaforme estere, il Paese ha deciso di creare un vero e proprio mercato interno, con un sistema di licenze limitato a quindici operatori. La nuova legge, attesa per entrare in vigore nel 2026, impone criteri di ammissione severi, controlli costanti e un tetto massimo di sanzioni fino a cinque milioni di dollari neozelandesi per chi viola le regole.
Il principio è quello di spostare i giocatori dai siti offshore a un ambiente domestico più sicuro, dove la pubblicità sarà regolata, i limiti di spesa monitorati e le attività sottoposte a verifiche indipendenti. Si tratta del primo passo concreto verso un modello che altri Paesi del Pacifico potrebbero presto seguire.
La riforma non nasce solo per ragioni etiche. Come spiegano le autorità di Wellington, la spesa annuale dei neozelandesi in giochi non autorizzati ha superato cifre record, e gran parte dei profitti finiva all’estero. Portare tutto questo all’interno di un sistema fiscale nazionale significa recuperare risorse e ridurre il danno sociale.
Europa: tra tutela del giocatore e nuove tasse
Nel Vecchio Continente, il 2025 è stato segnato da una serie di interventi regolatori che, pur diversi tra loro, condividono la stessa logica di fondo: rafforzare la protezione dei consumatori e limitare gli eccessi dell’industria. Germania, Italia, Lituania e Regno Unito hanno introdotto limiti più rigidi alle puntate sulle slot, massimali mensili di deposito e campagne pubblicitarie più sobrie, spesso vietando slogan che suggeriscono guadagni facili o divertimento illimitato.
In Italia, ad esempio, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha esteso le misure di auto-esclusione e intensificato i controlli sugli operatori non autorizzati. In Germania, il Trattato statale sul gioco ha ulteriormente ridotto la libertà di promozione dei siti di scommesse, mentre nel Regno Unito le autorità hanno imposto multe milionarie a piattaforme che non rispettavano gli standard di sicurezza nei giochi di slot.
L’Europa si muove in modo frammentato, ma la direzione è comune: rendere il gioco più sostenibile e trasparente. La sfida, semmai, sarà garantire un equilibrio tra protezione e competitività, evitando che un’eccessiva rigidità spinga i giocatori verso mercati illegali.
India: la linea dura contro i “money games”
Ben più radicale è l’approccio dell’India, che nel 2025 ha approvato il Promotion and Regulation of Online Gaming Act, una legge destinata a cambiare completamente il panorama del gioco digitale nel Paese. Il nuovo testo distingue tra e-sport e giochi di abilità da un lato, e “money games” dall’altro — cioè tutte le piattaforme che offrono vincite in denaro basate su quote o scommesse.
I “money games” sono stati ufficialmente messi al bando. L’offerta, la pubblicità e persino la promozione di tali servizi saranno punite, anche se provenienti dall’estero. L’obiettivo dichiarato è quello di contrastare le forme di gioco ritenute più dannose e di favorire, invece, un ecosistema di intrattenimento digitale controllato, dove l’innovazione tecnologica possa convivere con la sicurezza dei cittadini.
La decisione ha scatenato un acceso dibattito nel settore. Molte aziende tech sostengono che la legge penalizzi l’intera industria, mentre il governo insiste sulla necessità di evitare frodi, dipendenze e perdita di risparmi tra i più giovani. In ogni caso, l’India si è posta come laboratorio di un modello di regolazione che altri Paesi asiatici stanno osservando con attenzione.
Brasile: dal far west alla legalità
Dall’altra parte del mondo, il Brasile ha inaugurato il proprio mercato regolamentato a partire da gennaio 2025, dopo anni di tentativi e rinvii. La nuova legislazione ha finalmente concesso licenze ufficiali per casinò e scommesse online, introducendo una tassazione sul margine lordo (GGR) del 18% e un sistema IVA dedicato ai prodotti digitali.
Il governo ha anche lanciato un programma di controllo digitale in collaborazione con le principali piattaforme tecnologiche, con l’obiettivo di oscurare i siti illegali e rimuovere le pubblicità non autorizzate. Più di novemila domini offshore sono già stati chiusi nei primi mesi dell’anno. È stato inoltre istituito un sistema nazionale di auto-esclusione, che consente ai giocatori di bloccare volontariamente l’accesso a tutti gli operatori legali.
Il Brasile, in questo senso, rappresenta un caso esemplare di “regolamentazione con finalità doppia”: da un lato il controllo sociale, dall’altro la volontà di attrarre investimenti e trasformare un’economia sommersa in una fonte fiscale stabile. La sfida sarà mantenere il mercato competitivo senza perdere di vista la sicurezza dei giocatori.
Nuovi attori e mercati emergenti
Anche Paesi meno noti nel panorama del gioco online hanno deciso di fare il grande passo. L’Uzbekistan ha introdotto un regime severo che richiede un capitale minimo di oltre quattro milioni di dollari per ottenere una licenza e impone l’uso esclusivo di transazioni elettroniche collegate a database nazionali. Il sistema di controllo prevede un registro statale che monitora il comportamento dei giocatori e attiva automaticamente misure di auto-esclusione in caso di rischio.
In Thailandia, invece, il governo ha avviato discussioni formali per legalizzare il gioco online e i casinò terrestri, con l’obiettivo di ridurre l’impatto del mercato nero e delle truffe. Sebbene non vi sia ancora una tempistica precisa, il consenso politico intorno al progetto è in crescita.
In Paraguay, la fine del monopolio statale ha aperto a un massimo di tre operatori per settore, con l’autorità CONAJZAR ora sotto la supervisione diretta dell’agenzia fiscale. Il gettito previsto supera i sessantatré milioni di dollari nel 2025, fondi che saranno destinati a programmi sociali.
Anche piccole giurisdizioni come Curaçao stanno vivendo un cambio di paradigma: il vecchio modello di licenza flessibile è stato sostituito da un quadro rigido che richiede ufficialmente politiche antiriciclaggio, controlli KYC e una governance aziendale strutturata. È la fine di un’epoca per le licenze “leggere” che per anni avevano attirato operatori da tutto il mondo.
L’effetto domino: dall’Austria alla Bielorussia
L’effetto di questa spinta regolatoria è evidente anche in Europa orientale. L’Austria, pur mantenendo il monopolio fino al 2027, ha annunciato la creazione di un’autorità indipendente che sostituirà il Ministero delle Finanze come ente di vigilanza. Contemporaneamente, è allo studio l’aumento della tassa sulle scommesse dal 2% al 5%, e si discute l’eventuale regolamentazione delle loot box nei videogiochi.
In Croazia, una riforma completa entrerà in vigore nel 2026 e introdurrà un sistema di identificazione univoco per i giocatori, meccanismi di auto-esclusione e divieti pubblicitari quasi totali. In Bielorussia, infine, sono state vietate le registrazioni multiple e imposte verifiche stringenti di identità e pagamento, aprendo al contempo ai primi operatori di criptovalute sotto licenza ufficiale.
Il filo conduttore è comune: tutti i governi stanno cercando di ricondurre il gioco online all’interno di confini più trasparenti e di garantire che le entrate restino sotto controllo statale.
Un nuovo equilibrio globale
Il messaggio che emerge da questi cambiamenti è chiaro. Dopo un decennio di espansione incontrollata, il gioco d’azzardo online è entrato in una nuova era di responsabilità. Le regole diventano più severe, le licenze più costose, ma anche le opportunità più solide per chi opera legalmente.
Per i giocatori, il beneficio è una maggiore protezione; per gli Stati, un gettito più consistente; per gli operatori, la certezza di un quadro normativo stabile, anche se più oneroso. Il 2025 segna dunque una transizione: dal caos normativo alla costruzione di un ecosistema sostenibile, in cui il gioco non è più sinonimo di rischio, ma di regolamentazione, consapevolezza e responsabilità condivisa.





