San Gavino Monreale – dal Dizionario Angius-Casalis

Popolazioni antiche. Si sono già indicati due punti, Ruinas-mannas e Ruineddas, dove nel secolo X era popolazione, si potrebbero indicare altri due punti popolati, come in Cucuru, Casa, e Casa de Antiogu Steri; è però certo che essi in tanta superficie, quanta è dentro i limiti di questo paese furono abitati molti altri punti, perchè nell’antichità era la popolazione molto sparsa per la campagna. Che se di tante abitazioni non appariscono più le vestigie, non perciò si deve dubitarne, massime essendo ovvia la ragione del-l’annientamento della vestigia, in questo che la costruzione facendosi con mattoni crudi, quando questi si sciolgono, non deve più restar indizio alcuno.

L’Alèo che con diligenza notava tutti i luoghi spopolati affatto dopo fatali infortunii, quando notò le terre, che nella regione e baronia di Monreale, d’Uras e di Parte Montis, erano rimaste deserte, nomina: Nuraxeddu (probabilmente Nurazzellu), Fontanugu, Murus, Rosas, Sellas, Serru, Sa bidda de santu Gontini (Costantino regolo di Logudoro), Pabari, Funtana Azza, Tacu, Donnigala, Zey, Bidda de santa Adi, Gennarosa, Acugonnos, Muntangia, Bonorcili, Sardis, Bidda de santu Dominu, Savolla, Castellu (cioè Monreale), Genu, Fanari; quindi presso Terralba, sa bidda de s. Salvadori, s. Arcidanu, sa Bidda de s. Nicola, e Taris.

Forse tra questi nomi alcuno apparterrà a qualche punto del Sangavinese.

Nel territorio di Sangavino che era alla frontiera del regno d’Arborea col regno di Plumino, o Cagliari, accaddero molti fatti d’arme tra arboresi e pluminesi, tra arboresi ed aragonesi, e molte volte il paese ed il territorio deve esser stato devastato dagli invasori.

Nel 1838, quando i sindaci de’ popoli soggetti alla regina Leonora d’Arborea furono convocati per sottoscrivere a’ patti della pace conchiusa tra detta Regina e Giovanni re d’Aragona, vi andò rappresentante e sindaco de’ popoli di Monreale, cioè del sobborgo di Monreale (il Castello) di Sangavino, di villa d’Abbas (il paese che era dove sono le fonti termali di Sardara), di Panigionis (cioè Pabillonis) e di Guspini, un uomo principale di Sardara, che nominavasi Maragiano (Margiani) Gaduleso.

Si temette in Sangavino delle improvvise invasioni dei barbareschi, massime dopo che questi nel 1584 giunsero sino a Pabillonis e lo saccheggiarono, portandone via le migliori cose con quei miseri, che non si eran potuti salvare con la fuga od in Sangavino od in Sardara; ma non pare che gl’infedeli si sieno tanto inoltrati altre volte, nè se ne ha nelle memorie di quei tempi alcun cenno.

Contenuto tratto dal sito dell’Unione Sarda – Dizionario Angius-Casalis