
Nel numero 17 di Comprendo, un lettore sangavinese ci aveva richiesto delle informazioni riguardo alla storia di una statua, visibile sulla strada che da San Gavino porta a Guspini. Ebbene, grazie al prezioso contributo di Pino Argiolas (che ci ha gentilmente indicato la via, prestandoci il libro “Evaristo Madeddu – Epistolario di un uomo Singolare“) siamo riusciti a ricostruire parte dell’intensa storia di quelli che tutti chiamavano “paras arestis“, ossia i “frati di campagna”, che abitarono in un casolare adiacente alla scultura attorno agli anni ‘40.
In realtà non si trattava di un vero e proprio ordine religioso: era una congrega dei cosiddetti “Evaristiani”. Essi prendevano il nome da Evaristo Madeddu, il fondatore dell’omonimo movimento laico, che diede vita ad una serie di case-famiglia per orfani, malati e giovani disagiati. In queste comunità Madeddu predicava i valori evangelici e invitava alla virtù e alla preghiera delle persone che apparentemente non avrebbero avuto alcun futuro. La comunità sangavinese nacque nell’agosto del 1935 e, come tutte le altre filiali sparse per il territorio tra Cagliari e Oristano, si prendeva cura sia dei problemi spirituali del paese, sia di quelli materiali, spesso intercedendo presso il Comune per risolvere diatribe tra i cittadini e le istituzioni.

In verità Evaristo Madeddu fu fortemente avversato da parte del clero dell’epoca: il movimento Evaristiano raccolse parecchi proseliti e consensi tra la gente, non spesso ben digeriti dai parroci locali, che vedevano ridimensionati il proprio potere e influenza. Il successo di tale movimento riuscì addirittura a scatenare una polemica fortissima tra l’Arcivescovo di Cagliari, Mons. Piovella, che lo avversarva, e l’Arcivescovo di Oristano Mons. Delrio, che invece aveva preso a cuore l’opera Evaristiana. La diatriba ebbe fine nel 1965 quando il movimento Evaristiano ottenne finalmente il “Riconoscimento Canonico” dalla Diocesi di Oristano e nel 1966 il “Riconoscimento Giuridico” da parte del Presidente della Repubblica Saragat.
Evaristo Madeddu è scomparso proprio nel 1966, dopo una vita dedicata interamente alle sue comunità: ma il suo lavoro e la sua dedizione gli sono sopravvissuti; tutt’oggi ci sono delle comunità attive a Serramanna, Arbatax, Villasimius, Putzu Idu e Donigala Fenugheddu. Questa, in breve, è la storia della “statua misteriosa” e dei “paras arestis“. Speriamo di aver soddisfatto la curiosità dei nostri lettori!
Fonte: Simone Usai, Comprendo