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venerdì, 26 Aprile 2024

Screening Covid per gli studenti: il caos è servito

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Comunicazioni frammentarie e dismogenee, discontinuità nelle decisioni dei Comuni del territorio, smentite pubbliche e polemiche. È il giorno del caos, all’indomani della decisione di chiudere le scuole per due giorni e sottoporre gli studenti a uno screening volontario.

Raccogliamo e rielaboriamo di seguito le lettere, gli sms, gli appelli e tutte le riflessioni giunte alla nostra redazione nelle ultime 24 ore.

In seguito all’ordinanza regionale emanata nella notte di mercoledì 5 gennaio 2022 che dispone che “le Aziende Socio-Sanitarie Locali della Regione Autonoma della Sardegna, nei territori di rispettiva competenza, devono curare l’organizzazione di una campagna di screening mirato alla popolazione studentesca, mediante adeguati test ad alta specificità e sensibilità, da realizzarsi nei giorni precedenti la regolare ripresa delle attività di didattiche di cui al precedente Art.1, con il coordinamento di COR.SA ed in raccordo con i team operativi del Commissario Straordinario per l’emergenza Covid_19, con l’Anci Sardegna e con l’Ufficio Scolastico Regionale”, il Comune di San Gavino ha avviato, per i giorni sabato 8 e domenica 9 gennaio uno screening gratuito di tutti gli studenti all’HUB del Medio Campidano, su base volontaria.

In soli due giorni, secondo la Regione Sardegna e secondo le amministrazioni locali, tutti gli interessati, ovvero tutti gli studenti di ogni ordine e grado dalla primaria sino alle superiori sono invitati a recarsi – per “libera scelta” – all’HUB vaccinale di competenza per ricevere un tampone antigenico rapido. Nessun obbligo però, e nemmeno tamponi molecolari a disposizione: questo la dice lunga sulla serietà dell’iniziativa.

Detto in altre parole: a ridosso dalla riapertura delle scuole, dopo le festività natalizie e in concomitanza con un aumento impressionante del numero dei contagi, favorito dalla diffusione della variante omicron nelle ultime settimane, la Regione Sardegna resta immobile e si rifiuta di prendere una decisione. Individua però una soluzione che non è altro che uno scaricamento di responsabilità: se ne lava le mani scaricando la responsabilità alle amministrazioni locali – che devono organizzare uno screening di massa in due giorni – ma queste ultime, non imponendo alcun obbligo, scaricano a loro volta la responsabilità ai cittadini e in particolare alle famiglie, su cui ricade la decisione di far fare il tampone agli studenti o meno.

I genitori, quindi, sono chiamati a compiere una scelta dell’ultimo momento e sono resi in tal modo i responsabili ultimi di ciò che potrebbe accadere da lunedì con la riapertura delle scuole: in caso di contagi in classe non sarà colpa della Regione, che ha ordinato lo screening, né degli Amministratori locali, che hanno invitato la popolazione a recarsi volontariamente all’HUB nel fine settimana, ma dei genitori che non avranno accompagnato i propri figli a fare il tampone. Tutto normale no?

Ora, posto che un simile screening di massa abbia davvero un senso – anche se i dubbi restano, trattandosi di tamponi antigenici rapidi e non di molecolari – non è possibile che le autorità si aspettino una reazione positiva da parte della popolazione di fronte a un simile appello dell’ultimo momento, per il quale non ci è assicurata nemmeno la possibilità di non incappare in fastidiosi assembramenti. E se è vero che ora il virus circola soprattutto tra i minori, stiamo davvero facendo la cosa giusta?

Sarebbe auspicabile che chi sta organizzando questo screening di massa di garantisse almeno orari specifici per fasce d’età o per scuola di provenienza, di evitare ai bambini e agli adolescenti lunghe attese e pericolosi assembramenti.

Ma si invita, soprattutto, a riflettere su un modo più sensato di gestire la disponibilità di effettuare tamponi rapidi gratuiti. I tamponi rapidi non devono essere usati semplicemente per liberarsi la coscienza e dare il “via libera”, ma vanno usati in maniera coscienziosa, ovvero: 1) se si ha il sospetto di avere il Covid; 2) se si hanno sintomi manifesti; 3) se si è stati in contatto con persone positive.

Da uno screening di massa di questo genere, frettoloso e su base volontaria, cosa se ne ricaverà? Chi andrà a ricevere il tampone? Forse non saranno in tanti e, di certo, non saranno coloro che presentano sintomi o che sospettano di avere il Covid. Risultato? Pochi tamponi, per lo più negativi, e il via libera all’apertura delle scuole di lunedì con la pace di tutte le parti in causa.

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