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venerdì, 19 Aprile 2024

Intervista a Lello Floris, il mister del Gonnosfanadiga

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Era dai primi di marzo che i calciatori dilettanti non si allenavano in gruppo. Lunedì 24 agosto, anche l’USD Gonnosfanadiga ha iniziato la preparazione per la stagione sportiva 2020/2021 che la vedrà impegnata nel campionato di Promozione Regionale. Alla guida della squadra c’è l’allenatore Lello Floris, tonarese d’origine, ma ormai sangavinese a tutti gli effetti. L’abbiamo intervistato dopo i primi allenamenti.

Ciao Lello, immaginiamo sia una gioia per te tornare in campo dopo sei mesi. Quali sono state le sensazioni e come hai trascorso questi sei mesi di sosta forzata?

Sicuramente quest’anno il ritorno in campo è stato particolare per ovvi motivi ma si sentiva un forte bisogno di giocare, di rivivere le dinamiche di gruppo, di faticare, di chiacchierare al bar. Alla fine dare dei calci a quel pallone è la cosa che ci piace di più e dopo mesi di stop forzato è stato tutto amplificato. Speriamo non ci si debba fermare di nuovo anche perché le società stanno facendo enormi sacrifici per allestire le rose e per rispettare i protocolli sanitari forniti dalla Federazione. Secondo me non bisogna assolutamente abbassare la guardia, bisogna restare sempre vigili e rispettare le norme senza vergogna perché il pericolo è sempre dietro l’angolo e un nuovo lockdown potrebbe davvero rivelarsi terrificante per tanti motivi.

Quest’anno siederai nella panchina dell’USD Gonnosfanadiga, dopo le esperienze a Tonara, Seulo e Abbasanta torni nel Medio Campidano a 10 km da casa. Cosa ti ha convinto?

Mio figlio Alessandro e mia moglie. Dopo tanto peregrinare in giro per la Sardegna avevo il desiderio e la necessità di stare vicino a casa per la famiglia, prima di tutto, e poi anche per questioni lavorative. Devo essere sincero, ho avuto tante proposte interessanti ma alla fine, oltre i motivi appena citati, ciò che mi ha convinto è stato il progetto. Alla base di tutto a Gonnos c’è grande impegno, entusiasmo e voglia di fare, sono una scuola calcio riconosciuta ormai da anni, hanno un bel settore giovanile, con tutte le categorie, oltre appunto la prima squadra in Promozione. Insomma, tutti gli ingredienti necessari per accettare la proposta e provare a far crescere tutto il movimento col mio modesto apporto.

Nel girone dell’USD Gonnosfanadiga c’è anche il Tonara, tua ex squadra da calciatore e da allenatore e, soprattutto, tuo paese d’origine. Tonara, un comune di duemila abitanti che ha dato alla serie A dapprima Marco Sau e poi il giovane Andrea Carboni, non crediamo sia una casualità, probabilmente a Tonara avete qualche segreto, ce li puoi dire?

Bella domanda questa, ma la risposta, secondo me, è alquanto semplice. Per chi non è di Tonara è forse complicato capire, ma è un paese che vive di calcio, un paese con un DNA calcistico innato. Sin da piccoli giocano tutti, bambini e bambine, e la gente ha una passione sfrenata, stile Sudamerica. Hai citato sia Marco, mio figlioccio, che Andrea, a cui auguro una fantastica carriera. Entrambi si sono fatti da soli, nelle vie del paese, giocando a tutte le ore e in ogni vicolo. Poi chiaramente ciò che fa la differenza è la testa. Loro due hanno una mentalità incredibile e sono arrivati con pieno merito a questi livelli.

Abbiamo parlato di Tonara, adesso parliamo di San Gavino. Nel tuo staff c’è anche Fabio Canepa, sangavinese classe 1995. Com’è nata la vostra collaborazione e qual è il vostro rapporto?

Diciamo che è nata proprio per caso. Premetto che in ambito sportivo sono assolutamente convinto che lo staff sia importantissimo per lavorare bene. A tal proposito, qualche anno fa, mi serviva un giovane fisioterapista appassionato di calcio da creare, o meglio, plasmare a mia immagine e somiglianza, secondo il mio credo calcistico: Chiedendo un po’ in giro mi è stato presentato Fabio. Ora ormai è da quattro anni che lavoriamo fianco a fianco e, oltre essere uno stimato professionista, sta crescendo molto anche in ambito strettamente calcistico. Siamo molto in sintonia e stiamo sviluppando una sorta di metodo con grande passione e dedizione.

Hai una laurea in scienze motorie e una specializzazione in organizzazione e gestione delle attività motorie preventive e adattate nelle diverse fasce di età all’Università del San Raffaele di Milano. Hai lavorato nel calcio coi bambini, coi disabili, coi ragazzi e, ovviamente, con gli adulti. Cos’è per te il calcio?

Il calcio è la mia vita. Lo so che può essere una frase retorica ma è realmente cosi. Ma lo sport in generale, non solo il calcio. Secondo me, interpretato nel modo migliore, lo sport è ancora la migliore scuola di vita perché racchiude in sé un insieme di valori comuni difficilmente trovabili in altri campi. Ed è quello che cerco sempre di trasmettere ai bambini, sia quelli che alleno, ma soprattutto a scuola in veste di insegnante. Con la collaborazione delle famiglie, che sono una risorsa fondamentale e imprescindibile, sono sicuro che si possa ancora fare un certo tipo di lavoro senza arrendersi presto alla facile frase “ormai i tempi sono cambiati”. Siamo noi, insieme ai bambini, gli attori principali che possono cambiare e migliorare il futuro. Io non mi arrendo e mi batto per cercare, nel mio microcosmo, di perseguire questi obiettivi.

Prima di salutarci, vogliamo augurare una buona stagione a te, al tuo staff e a tutto l’USD Gonnosfanadiga che seguiremo durante tutta la stagione, sperando presto che anche il calcio sangavinese possa ricalcare certi palcoscenici che crediamo si meriti per storia e tradizione. Un’ultima cosa, qual è l’obiettivo della vostra stagione?

Come dico sempre ai ragazzi, l’obiettivo principale è il divertimento perché si tratta pur sempre di un gioco. Poi, per essere un po’ più veniali e pratici, il nostro obiettivo è la salvezza e la valorizzazione dei giocatori locali, soprattutto quelli più giovani, e insieme a loro anche di quei giovani dei paesi limitrofi che compongono la rosa.

Allora, in bocca al lupo Lello!

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