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lunedì, 13 Maggio 2024

Sa Die de sa Sardigna, Alessandra Todde: “L’autodeterminazione cammina sulle spalle di un popolo istruito”

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Eventi e manifestazioni

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Sa die de sa Sardigna ricorda la sommossa dei vespri sardi del 28 aprile 1794 che costrinse alla fuga da Cagliari il viceré Vincenzo Balbiano e i funzionari sabaudi, in seguito al rifiuto di soddisfare le richieste dell’allora Regno di Sardegna per riservare ai sardi le cariche pubbliche, un Consiglio di Stato a Cagliari, vicino alla sede del viceré e l’istituzione a Torino di un Ministero per gli affari della Sardegna.

Ogni anno in Sardegna si celebra l’anniversario della cacciata dei sabaudi, e le istituzioni organizzano celebrazioni ed eventi commemorativi. Sul tema è intervenuta anche la Presidente della Regione Alessandra Todde durante le celebrazioni in consiglio regionale.

“Sa Die de sa Sardigna non è e non deve essere un giorno di parole roboanti a compensazione degli altri 364 giorni dell’anno. Sa Die non è e non deve essere una sbornia di fierezza o di rivalsa che ci esime dal fare i conti con la nostra coscienza e la nostra azione politica ogni giorno dell’anno” ha detto la Presidente.

“Sa Die non è il fine ma è un impegno. L’impegno a conoscerci, a fare i conti con noi stessi. Per migliorarci, per agire in modo differente. L’autodeterminazione, lo abbiamo detto, cammina sulle spalle di un popolo istruito. Un popolo consapevole di sé. La nostra coscienza nazionale di sardi è un compito – prosegue Todde – e Sa Die è l’occasione per assumere l’impegno a svolgere questo compito con slancio rinnovato, costante, convinto, chiamando alla partecipazione ogni donna e uomo di Sardegna”.

“A maggior ragione lo dico parlando a voi giovani, che siete i costruttori del presente e del prossimo futuro. Il nostro patto generazionale si è rotto e possiamo ricostruirlo attraverso la conoscenza della nostra storia che ci aiuti a creare una nuova comune coscienza collettiva. Sa Die non è un giorno solitario: non lo fu allora e non deve esserlo oggi. Gli eventi che commemoriamo non iniziarono e non finirono in quel 28 Aprile 1794”.

“E allora quando cantiamo le strofe di “Su patriota sardu a sos feudatarios”, scritto da Francesco Ignazio Mannu nel 1795, durante i moti rivoluzionari e dal 2018 inno della Sardegna, andiamo oltre la rivendicazione e sforziamoci di costruire, progettare, inventare ciò che vogliamo la nostra isola diventi. Sa Die de sa Sardigna – conclude la Presidente della Regione – è l’occasione per ricordarlo a noi stessi”.

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