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mercoledì, 1 Maggio 2024

Confartigianato Sardegna, Maria Amelia Lai riconfermata Presidente Regionale per il prossimo biennio

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Presentati numeri del “patrimonio” delle piccole e medie imprese sarde: 109mila realtà con quasi 250mila dipendenti: il 20% sono artigiane. Ecco le linee dell’Associazione per i prossimi 2 anni e le richieste alla Politica Regionale: insularità, incentivi, energia e verifica dell’attività politica. La Presidente: “Necessaria maggiore attenzione alle imprese più piccole e fragili”. Al via anche il “rating”, il misuratore degli impegni della Politica sarda. L’Assessora all’Industria Pili: “Lavoriamo insieme per potenziare e sostenere le imprese anche sbloccando la Legge 949. La settimana prossima tavolo tecnico sull’energia e sul fondo da 70milioni”.

Maria Amelia Lai, imprenditrice di Ozieri del settore delle costruzioni, è stata confermata Presidente Regionale di Confartigianato Sardegna, Associazione che guiderà anche nel prossimo biennio.

Lo hanno deciso i delegati artigiani, riuniti questa mattina nella 67esima Assemblea Regionale a Siamaggiore, durante il convegno sullo stato di salute delle 109mila piccole e medie imprese sarde, di cui 34mila artigiane, con quasi 250mila addetti, che operano nelle costruzioni, autotrasporto e autoriparazione, servizi alla persona e digitali, alimentazione e ristorazione, moda, pulizie e tutela del paesaggio e tipico e tradizionale, rappresentando il 20% della forza produttrice dell’Isola e il 13% del valore aggiunto regionale, equivalente a quasi 4 miliardi di euro.

Un patrimonio di tradizione, conoscenza, innovazione, talento, capacità, resilienza e lavoro che le micro, piccole, medie imprese e le artigiane offrono alla Sardegna, al resto d’Italia e d’Europa per la crescita economica e lo sviluppo competitivo del tessuto produttivo e per il progresso sociale di cittadini e imprenditori.

I dati e il sentiment dei territori dicono come il comparto sia cresciuto nei numeri, nella mentalità e nella visione del futuro – commenta la Presidenterealtà dinamiche e, allo stesso tempo, fragili; alla Regione chiediamo che queste abbiano una attenzione maggiore e più “particolare”, per la loro tenuta e crescita che influisce su tutta l’economia regionale”. “Per questo – prosegue – abbiamo bisogno che la Legge Regionale 949, quella degli artigiani sardi, diventi strutturale. Lo strumento, in 3 anni, con il nostro contributo, ha erogato oltre 42milioni di euro di sostegni alle imprese sarde del settore ma è tuttora bloccata dalla burocrazia. Alla Regione chiediamo certezza e celerità sulla riapertura dello sportello per soddisfare le richieste delle realtà produttive”.

Analogo appello alla Regione contro il caro energia. “La Giunta, anche grazie alle nostre richieste – continua – a gennaio mise a disposizione 70 milioni di euro per euro per supportare imprese e famiglie nell’autoproduzione dell’energia ovvero sul fotovoltaico. Uno stanziamento importante per il quale è necessario avere chiarimenti su tempi e procedure: non c’è tempo da perdere. Non si può chiudere a causa delle bollette”.

Poi il passaggio sull’insularità, tema caro alle imprese. “Vogliamo rimanere isola ma non vogliamo più l’isolitudine – sottolinea la Presidente – la Sardegna non deve più rimanere prigioniera di maggiori costi e gap competitività. Ci batteremo fino a quando l’Insularità non sarà tangibilmente applicata”.

Infine, l’Associazione, in vista delle prossime elezioni regionali, ha annunciato il rilancio del “rating”, il consueto strumento di Confartigianato che servirà a monitorare, verificare e valutare la qualità dei provvedimenti politico-sindacali dei futuri Amministratori regionali che andranno a incidere sulle attività artigiane e sul territorio. Con tale progetto e metodo, i Candidati Presidenti e Consiglieri potranno sottoscrivere il “manifesto” dell’Organizzazione Artigiana con le proposte delle piccole e medie realtà e, successivamente se eletti, verranno monitorati con un sistema, indipendente e certificato di controllo dei risultati raggiunti.

All’incontro ha partecipato anche l’Assessora Regionale all’Industria Anita Pili, che ha anticipato per la settimana prossima ci sarà la convocazione delle Associazioni imprenditoriali sul problema dell’energia e sul fondo da 70 milioni di euro stanziato dalla Giunta per l’autoproduzione (fotovoltaico). Inoltre, la Pili ha dichiarato di voler lavorare insieme alle imprese, soprattutto quelle artigiane, per potenziarle e sostenerle e quindi si è impegnata a intervenire per risolvere il problema che blocca la Legge 949.

L’Assemblea Regionale di Confartigianato ha confermato anche la vicepresidenza al Vicario Fabio Mereu, 44enne imprenditore di Cagliari del trasporto persone, che verrà supportato dagli altri 2 VicePresidenti: Giacomo Meloni, imprenditore edile di Olbia e Giuseppe Pireddu, autoriparatore di Macomer. Della Giunta faranno parte, oltre a Presidente e VicePresidenti, anche Norella Orrù e Salvatore Loi (Sud Sardegna), Sandro Paderi e Antonio Matzutzi (Oristano), Giuseppe Tatti (Nuoro), Marco Rau (Sassari) e Marina Manconi (Gallura).

La Presidente Lai, continuando i lavori, ha voluto subito annunciare come, in preparazione delle elezioni regionali dell’anno prossimo, Confartigianato stia avviando le iniziative territoriali relative al consueto “rating”, il misuratore degli impegni della Politica nei confronti delle aziende, per pesare, comunicare e valutare i benefici derivanti dalle decisioni e dalle politiche regionali per le attività artigiane e il territorio. Con tale progetto e metodo, i Candidati Presidenti e Consiglieri potranno sottoscrivere il “manifesto” di Confartigianato con le proposte degli artigiani e, successivamente se eletti, verranno monitorati con un sistema, indipendente e certificato di verifica dei risultati raggiunti, con il quale le aziende potranno verificare e valutare la qualità dei provvedimenti politico-sindacali dei nuovi Amministratori regionali. Un esempio dell’influenza che il “rating” ha avuto sulle politiche regionali è quello relativo alla Legge 949; una delle proposte artigiane del 2018, sottoscritta da numerosi candidati, riguardò proprio la richiesta di incremento della percentuale del fondo perduto dal 10 al 40%, aumento che si è tramutato in realtà nei mesi successivi.

Successivamente, la riconfermata Presidente, attraverso il dossier “La nuova era delle imprese artigiane sarde: innovare per resistere e costruire un nuovo futuro”, ha voluto presentare e analizzare i dati, attuali e dell’ultimo decennio, del settore e ragionare sulle numerose condizioni che, soprattutto negli ultimi 3 anni, hanno modificato aspettative e visione prospettica delle attività produttive isolane ribadendo, inoltre, il proprio impegno e quello di Confartigianato Sardegna nel continuare il dialogo con la Regione, le Istituzioni, le Amministrazioni e la Politica, per dare coraggio, energia, credito e opportunità alle circa 34mila imprese artigiane sarde e agli oltre 64mila addetti, e sostenere concretamente il tessuto produttivo delle piccole e micro realtà sarde.

Usciamo da quasi un triennio che ha segnato profondamente, la mentalità, la visione prospettica e la propensione alla crescita delle imprese sarde, soprattutto di quelle più piccole – commenta Maria Amelia Lai, Presidente Regionale di Confartigianato Sardegnanon neghiamo che per gli imprenditori ci sia un evidente ritardo nel recuperare i livelli pre-pandemia. Ci sono forti squilibri sociali  anche perché finora abbiamo sottovalutato le conseguenze della crisi demografica. Abbiamo sia una bassa natalità, sia una bassa occupazione femminile che condizionano la ripresa”. “Per questo – prosegue – è necessario che le realtà che rappresentiamo, organismi fragili e che operano in un contesto economico delicato, continuino ad avere una attenzione “particolare” riguardo le pari opportunità di crescita rispetto al contesto nazionale e internazionale, come per esempio per i finanziamenti, l’accesso al credito, la riduzione degli oneri fiscali, il taglio della burocrazia ma anche per l’infrastrutturazione e i trasporti”.

Ed è proprio sugli svantaggi legati all’insularità che la Presidente ha voluto tracciare la via dell’Associazione: “La Sardegna ha necessità di un “ponte” che la colleghi al resto dell’Italia; questo può essere costruito solo partendo dall’abbattimento dell’isolamento per arrivare al riconoscimento della condizione di insularità. Vogliamo rimanere isola ma non vogliamo più l’isolitudine, non vogliamo più rimanere prigionieri di gap in termini di maggiori costi e competitività, come quelli legati al credito, alla burocrazia, alle infrastrutture, all’energia, ai trasporti e alla produttività, che costringono le medie, piccole e micro imprese della Sardegna ad arrancare rispetto agli altri competitor italiani, europei e del bacino del Mediterraneo”. “Come Associazione – continua la Laici batteremo fino a quando l’Insularità non verrà tangibilmente applicata. È necessario, perciò, un lavoro di squadra per riuscire a consolidare un livello elevato di attenzione sulla questione. Siamo, e saremo in futuro, di fianco al Comitato nelle azioni che poterà avanti e in tutte le attività che saranno utili a sensibilizzare imprese e cittadini”.

Poi l’appello alla Regione affinché la Legge 949, che sostiene le imprese artigiane della Sardegna, possa diventare strutturale. Infatti, una spinta fortissima al settore è stata data dagli oltre 42 milioni di euro di finanziamenti erogati, negli ultimi 3 anni, della Regione e degli Assessorati al Bilancio e Artigianato, dietro le richieste di Confartigianato Sardegna. In circa 3 anni di attività, sono state soddisfatte le necessità di finanziamento oltre 2.352 aziende, che hanno ricevuto una media di 18mila euro. Questo circuito virtuoso ha messo in moto un meccanismo di moltiplicazione attraverso il quale ogni 1 euro messo a disposizione dalla Legge, ha generato 2,5 euro. Investimenti che sono andati a spalmarsi sui territori e sulle altre categorie produttive e di servizi.

C’è necessità che la Norma diventi strutturale, perché grazie ai cospicui finanziamenti, alla sua snellezza burocratica, al fondo perduto fino al 40% e all’abbattimento dei costi di interesse questa era diventata sinonimo di crescita delle imprese artigiane isolane – sottolinea la Presidenteperò, in questo momento, benché rifinanziato, lo strumento è a rilento anche a causa delle modifiche procedurali dei mesi passati, per l’istruttoria e la liquidazione delle pratiche; inoltre si è in attesa della riapertura dello sportello, per i quali confidiamo in tempi certi e celeri il riavvio delle procedure”.

La Presidente ha poi toccato anche l’argomento del caro bollette e del sostegno della Regione a imprese e famiglie per l’autoproduzione.

A inizio anno plaudimmo l’iniziativa della Regione, in particolare dell’Assessorato all’Industria, per lo stanziamento in Finanziaria di 70 milioni di euro per supportare imprese e famiglie nell’autoproduzione dell’energia – prosegue la Presidente di Confartigianatoci fece piacere perché avvenne dopo una nostra proposta, prima in Commissione poi in Assemblea, nella quale chiedemmo, e ottenemmo, anche il fondo perduto”. “Come imprenditori, e come cittadini, guardiamo con particolare attenzione quelle risorse che andrebbero a supportare doppiamente le attività produttive: direttamente, con l’autoproduzione di energia, e indirettamente, tramite i cittadini che dovrebbero rivolgersi agli installatori e impiantisti. Anche su tale stanziamento, chiediamo tempi certi e celeri e procedure snelle”. Su tale argomento Confartigianato Sardegna ricorda come il prezzo dell’energia nell’Isola continui a essere elevato e a far segnare +68,2% rispetto al costo pre-conflitto (2021). Nonostante a livello nazionale i valori all’importazione si stiano attenuando, al contrario la dirompente azione del caro energia, anche nella nostra Isola, pare non avere fine. Nella seconda metà del 2022, l’escalation dei prezzi di elettricità e gas provocò una impennata dei costi che toccò un +147,1% rispetto al 2021”.

C’è un paradosso nel nostro Paese: il differente andamento tra prezzi import di energia e costi di elettricità e gas per famiglie e impreseha proseguito anche in questa fase di discesa dei prezzi nell’import, nell’Isola le nostre imprese pagano ancora il 68,2% in più rispetto la media del 2021. Situazione che il Governo deve modificare”. “Le imprese e le famiglie sarde – ha continuato – pur in una situazione di favore rispetto al resto del Paese, scontano oltre 25 punti percentuali in più nei confronti della media UE. Situazione che amplifica il gap di competitività esploso nella fase acuta della crisi energetica. Ancora una volta l’efficienza straordinaria che gli imprenditori artigiani isolano raggiungono all’interno dei loro laboratori si infrange sulla inefficienza esterna. Questa volta non si tratta di strade ma di una infrastruttura ancora più importante, l’energia”.  

E sul PNNR, l’Associazione Artigiana auspica il pieno coinvolgimento delle PMI e progetti e bandi a misura di piccole e medie realtà che, altrimenti, rischierebbero di rimanere ai margini.

Il successo del Piano dipenderà anche dalla capacità di coinvolgere tutti gli attori del nostro tessuto produttivo, a partire dagli artigiani e dalle piccole imprese – rimarca – c’è la necessità di superare le carenze nei processi decisionali e nelle procedure della Pubblica amministrazione che stanno ritardando l’attuazione dello Strumento. La piena realizzazione di questo va garantita anche attraverso la capacità di rinegoziazione delle risorse e di revisione delle linee di investimento che vanno integrate con la nuova politica di coesione 2021-2027. La nostra Associazione, per questo conferma un deciso impegno per sostenere gli sforzi degli imprenditori, alle prese con le minacce dell’inflazione e degli incrementi dei costi aziendali. E’ una sfida sulla quale il Governo ma anche la Regione Sardegna e i Comuni devono concentrare ogni iniziativa per non perdere un’opportunità irripetibile per il nostro Territorio e per tutto il Paese”.

La Presidente ha poi annunciato di voler puntare sui giovani. “Attraverso il Movimento Giovani Imprenditori – continua – occorre investire sulle nuove leve dell’imprenditorialità e siamo impegnati a costruire prospettive di sviluppo per le giovani aziende, incoraggiando la creatività e la passione delle nuove generazioni”. “Incentiveremo questa loro forza – ha ripreso – anche per ridare energia a una regione che non si arrende alla crisi, anzi reagisce in modo costruttivo, facendo impresa e dando così vita a nuovi posti di lavoro e opportunità di sviluppo con la forza della creatività, con la costanza e con l’impegno quotidiano”.

Stesso discorso per l’internazionalizzazione delle imprese: E’ importante proseguire nel percorso avviato anni fa, visto interesse delle imprese nei mercati esteri – prosegue – i prodotti della Sardegna sono apprezzati ed è fondamentale che le nostre realtà produttive continuino a essere messe nelle condizioni ottimali per ampliare i loro mercati. Per questo condividiamo la strategia portata avanti dalla Regione e il potenziamento degli strumenti”.

Tra le priorità dell’Associazione Artigiana anche lo sviluppo della “Impresa 4.0”. “Crediamo fortemente che gli artigiani possano essere veri protagonisti dell’innovazione – rimarca la Presidente a condizione che sappiano portare avanti un modo di innovare che si integri con il valore artigiano”. “E’ proprio “l’artigianalità” l’elemento distintivo fondamentale che rappresenta la forza di un sistema imprenditoriale, fatto di intelligenza, innovazione e coraggio – ha rimarcato – che anche in Sardegna muta si evolve. Per questo qualità, ricerca stilistica, flessibilità e personalizzazione, non solo possono convivere, ma anche rafforzarsi reciprocamente, dando vita a un modello vincente”. “Innovazione e valore artigiano – conclude la Lai – nella nostra Isola possono, e debbono, rafforzarsi reciprocamente, dando vita a un modello vincente. L’innovazione è ormai al centro di tutte le strategie di crescita dell’Italia e della Sardegna, con strumenti concreti che possono finalmente riportare l’economia regionale a livelli competitivi. Anche per questo siamo pronti a questa nuova sfida”.

Il profilo dell’artigianato della Sardegna

Nell’Isola le micro-piccole imprese attive con meno di 50 addetti insieme alle imprese artigiane attive sono 109.028 mila, il 99,7% delle imprese totali del territorio e occupano 254.638 addetti, l’82,0% dei lavoratori totali (310.479). Delle micro e piccole imprese presenti sull’Isola una su quattro (25,2%) è artigiana. La dimensione media delle imprese artigiane dell’Isola è di 2,3 addetti per impresa.

Sull’Isola i 64 mila addetti che operano nelle realtà artigiane rappresentano il 20,7% del numero totale di occupati sul territorio. In particolare, operano nell’artigianato sardo il 42,2% dei lavoratori del Manifatturiero esteso, il 57,2% dei lavoratori delle Costruzioni e l’11,8% dei lavoratori dei Servizi.

In Sardegna al I trimestre 2023 le imprese artigiane registrate sono 34.191, si tratta di un’impresa su cinque presente sull’Isola (171.277). Le nuove iscrizioni nei primi tre mesi dell’anno sono state 568 e le cessate non d’ufficio 593, valore più basso dell’intera serie; la nati-mortalità di impresa determina un saldo negativo di 25 unità.

Va assolutamente tenuto conto che l’analisi degli ultimi dati Movimprese, riferiti al I trimestre 2023, sono ancora in parte condizionati da quanto determinato dalla crisi Covid-19.

Composizione settoriali dell’artigianato sardo

Prendendo a riferimento il numero di imprese artigiane registrate al I trimestre 2023 a livello di divisione Ateco 2007 tra quelle più rappresentative del comparto – con numero di imprese registrate che pesano sullo stock totale di imprese al I trimestre 2023 più dell’1% – se ne individuano 16 in cui si concentra il 90,1% dell’artigianato dell’Isola: Lavori di costruzione specializzati con 7.830 imprese, pari al 22,9% del totale artigianato, Costruzione di edifici, con 5.052 imprese, pari al 14,8% del totale, Altre attività di servizi per la persona con 3.727 imprese, pari al 10,9% del totale, Commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli con 2.315 imprese, pari al 6,8% del totale, Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte, con 1.986 imprese, pari al 5,8% del totale, Attività dei servizi di ristorazione con 1.960 imprese, pari al 5,7% del totale, Industrie alimentari con 1.399 imprese, pari al 4,1% del totale, Attività di servizi per edifici e paesaggio con 1.271 imprese, pari al 3,7% del totale, Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) con 1.217 imprese, pari al 3,6% del totale, Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio, con 941 imprese, pari al 2,8% del totale, Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa, con 727 imprese, pari al 2,1% del totale, Altre industrie manifatturiere con 724 imprese, pari al 2,1% del totale, Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature con 678 imprese, pari al 2,0% del totale, Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi con 575 imprese, pari all’1,7% del totale, Altre attività professionali, scientifiche e tecniche con 355 imprese, pari all’1,0% del totale e Attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici con 332 imprese, pari all’1,0% del totale. Tra questi principali 16 settori si rileva un peso più elevato dell’artigianato sul totale imprese operanti nel settore per: Altre industrie manifatturiere (84,6%), Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa (80,7%), Lavori di costruzione specializzati (74,0%), Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio (71,8%), Altre attività di servizi per la persona (71,6%), Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) (66,8%), Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (64,8%), Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte (64,4%) e Industrie alimentari (61,6%). La dinamica di lungo periodo (10 anni) – I trimestre 2013-I trimestre 2023 – mostra per i principali settori dell’artigianato dell’Isola trend di crescita per: Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (+49,0%), Attività di servizi per edifici e paesaggio (+12,2%) e Altre attività di servizi per la persona (+12,0%); e, all’opposto, trend di decrescita più ampi per: Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio (-33,5%), Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte (-29,8%), Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-26,0%), Altre attività professionali, scientifiche e tecniche (-24,0%), Costruzione di edifici (-23,8%), Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa (-21,3%), Fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) (-21,2%) e Altre industrie manifatturiere (-20,6%). Nell’ultimo anno – I trimestre 2022-I trimestre 2023 – variazioni tendenziali positive si rilevano per: Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (+3,8%), Altre attività di servizi per la persona (+2,9%), Attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici (+1,2%), Lavori di costruzione specializzati (+1,1%) e Attività di servizi per edifici e paesaggio (+0,9%); e negative, più accentuate, per: Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio (-4,9%), Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte (-4,7%), Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa (-4,1%), Altre industrie manifatturiere (-3,3%) e Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-3,2%).

Imprese artigiane gestite da giovani

In Sardegna nel 2022 sono 2.616 le imprese artigiane gestite da under 351 ., pari al 7,6% del numero complessivo di imprese artigiane presenti sul territorio e al 18,0% del numero totale di imprese gestite da giovani imprenditori (14.553). Di queste il 26,3% è gestito da giovani donne e la restante quota del 73,7% da uomini under 35 e il 5,8% da stranieri con meno di 35 anni.

Il 37,1% delle imprese artigiane gestite da under 35 sono imprese del comparto Servizi alle persone, il 35,1% sono imprese delle Costruzioni, il 13,7% sono imprese del settore Manifatturiero e il 12,9% sono imprese dei Servizi alle imprese. Le imprese giovanili rappresentano il 10,5% dell’artigianato nei Servizi alle persone, il 7,2% in quelli alle imprese, il 7,1% nelle Costruzioni e il 5,2% nel Manifatturiero. Nello specifico, le prime 5 divisioni per numero di imprese artigiane registrate gestite da giovani – settori in cui si concentra il 70,1% dell’artigianato gestito da under 35- sono: Lavori di costruzione specializzati (con 559 imprese artigiane gestite da under 35), Altre attività di servizi per la persona (530), Costruzione di edifici (349), Attività dei servizi di ristorazione (254) e Attività di servizi per edifici e paesaggio (142).

Focus giovani e futuro

Pensare al futuro ignorando la demografia è impossibile. Il declino demografico è prossimo e la decrescita della componente giovanile nei prossimi 40 anni, trend più accentuato proprio nella nostra regione (-41,0%), è espressione dell’elevata denatalità odierna (2022 anno record per minor numero di nascite). Ciò innesca meccanismi che deragliano il processo di crescita economico e sociale. Alcune evidenze le abbiamo già sotto gli occhi. In un contesto di “declino”, come quello che si prospetta se non si inverte il trend demografico, la crescita decelera determinando una domanda di lavoro poco dinamica e di bassa qualità che attiva, velocizza e spinge un altro fenomeno sfavorevole per la penisola tutta, e in particolare per la nostra Isola, quello della “fuga di cervelli”: per la Sardegna il tasso di migratorietà, calcolato rapportando il saldo estero di laureati 25-39 anni su 1.000 giovani 25-39 anni, è di -0,81, valore che la posiziona al centro alla classifica nazionale. Si tratta di un fenomeno per nulla positivo che negli ultimi 10 anni non ha cessato di crescere. L’ampliamento, in valori assoluti, del saldo negativo (iscritti < cancellati laureati 25-39 anni), nel 2021 rispetto al 2011, per la nostra Isola è stato di 130 unità. Questo fenomeno da conferma che i giovani di oggi sono cittadini del mondo e che quando pensano al loro futuro hanno lo sguardo lungo che prevarica i confini nazionali. Ciò chiede al Paese tutto, e alla nostra regione in modo particolare, uno sforzo in più per far sì che anche restare può rappresentare una buona scelta. Questo fenomeno del brain drain impoverisce il capitale umano e riduce la creazione d’impresa. Anche per flussi migratori interni al paese di giovani laureati, che si spostano da regione a regione, la Sardegna mostra un saldo negativo (-2,05). Sul fronte lavoro il segmento giovani è quello che più ha recuperato, a livello nazionale, i livelli pre-pandemia. Il tasso di occupazione 15-34 anni si attesta per la nostra regione al 37,5%, valore superiore a quello rilevato per il Mezzogiorno (31,7%) ma inferiore a quello nazionale (43,7%). Tra le regioni però è quella che recupera meno i livelli del 2019, difatti il tasso raggiunge i livelli pre-pandemia (+0,1%) senza superarli. Per apertura delle imprese verso la platea giovanile under 30, misurata con riferimento alla quota di entrate previste dalle imprese di figure con meno di 30 anni, la Sardegna si posiziona ultima con una quota del 3,6%. È invece tra le prime regioni (5^) per quota di Neet, indicatore che misura il “grande spreco” della risorsa giovani poiché si tratta di coloro che non risultano inseriti né in percorsi di studio né in percorsi di lavoro. Tale quota risulta però in contrazione, come in tutte le altre regioni, nel 2022 rispetto al 2021, di 2,2 punti. Seppur la dinamica demografica da già i suoi effetti sull’occupazione autonoma artigiana che vede ridursi la platea di riferimento di under35 – che nel 2021, ultimo dato disponibile, conta 3.528 unità – del 12,1% fare impresa resta ancora per il 48,2% degli under 30 italiani un’opzione di scelta post studi, quota di quasi dieci punti superiore al 38,7% della media Ue a 27. Sono complessivamente oltre 14 mila le imprese gestite da under 35 in Sardegna che hanno un peso sul totale imprese dell’8,5%, valore inferiore al peso delle imprese giovanili rilevato per il Mezzogiorno (10,2%), ma in linea con quello nazionale (8,7%). Per l’artigianato l’incidenza dell’imprenditoria giovanile si attesta al 7,6%, valore inferiore sia a quello del Mezzogiorno (10,2%) che a quello nazionale (9,7%). Il peso delle vere nuove imprese ‘capitanate’ da un giovane imprenditore, sinonimo dell’attivazione dei giovani in campo imprenditoriale, mostra per la nostra regione un valore pari al 31,4% inferiore a quello rilevato per il Mezzogiorno (34,9%) e anche a quello medio nazionale (32,7%), che la posiziona 16^ nella classifica regionale. Per orientare i giovani nella scelta post studi ricoprono ruolo centrale le esperienze di qualità nelle imprese attraverso tirocini/stage e alternanza scuola-lavoro (oggi PCTO). La Sardegna figura però tra le regioni che collaborano meno con istituti scolastici attraverso tirocini/stage (9,0%< valore nazionale 12,5%) e attraverso percorsi di PCTO (3,2%< valore nazionale 7,2%). Ciò comporta una difficoltà maggiore nella comunicazione scuola-impresa tenendo lontani due mondi che troppo spesso viaggiano su binari paralleli. Molti delle variabili appena descritte stanno alla base dell’Indice Younth Friendly Confartigianato mediante il quale viene misurato il grado di apertura verso i giovani dei territori italiani. Il nostro territorio presenta un habitat poco favorevole per i giovani difatti, per valore dell’indice pari a 384 punti sotto del 38,7% rispetto alla media nazionale, figura tra le regioni meno attrattive posizionandosi penultima nella classifica, fa peggio solo il Molise.

Imprese artigiane gestite da donne

Le imprese artigiane gestite da donne2 in Sardegna nel 2022 sono 5.994, pari al 15,1% delle imprese artigiane presenti nel territorio e al 17,5% del totale imprese femminili (39.646). Di queste imprese dell’artigianato l’11,5% è gestito da giovani donne under 35, il 5,7% da donne di nazionalità straniera e lo 0,7% da donne giovani straniere.

Il settore dei Servizi alle persone è quello in cui si concentra la maggior quota di imprese artigiane femminili, pari al 57,1% delle 5.994 imprese gestite da donne nell’artigianato; seguito dal settore Manifatturiero (21,4%), da quello dei Servizi alle imprese (15,3%) e dalle Costruzioni (5,8%). Sul totale artigianato il peso dell’imprenditoria femminile è maggiore nel settore dei Servizi alle persone (36,9% del totale artigianato del settore), seguito dai Servizi alle imprese (19,6%), dal Manifatturiero (18,5%) e dalle Costruzioni (2,7%).

Nello specifico le prime 5 divisioni Ateco 2007 per numero di imprese artigiane gestite da donne – settori in cui si concentra il 72,3% dell’artigianato femminile- sono: Altre attività di servizi per la persona (con 2.542 imprese artigiane gestite da donne), Attività dei servizi di ristorazione (637), Industrie alimentari (492), Attività di servizi per edifici e paesaggio (459) e Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia (202).

MPI e artigianato proiettati alla sostenibilità ambientale e al centro della metamorfosi digitale La transizione green del sistema delle imprese è caratterizzata da una domanda di lavoro con una diffusa richiesta di competenze sul risparmio energetico e la sostenibilità ambientale, un orientamento che si delinea più marcato nelle micro e piccole imprese (MPI). L’analisi dei dati del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL evidenzia che nel 2022 le imprese sarde richiedono come necessarie le competenze green, ovvero l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, per 117.700 posizioni, pari all’82,2% delle entrate previste nel 2022. Tale quota è in aumento di 3,7 punti rispetto all’anno precedente, quando le competenze green erano richieste al 78,4% delle entrate previste. Alta importanza delle competenze green è più marcata nelle MPI – Nel 46,5% delle entrate le imprese richiedono la presenza di competenze green con un elevato grado di importanza (medio[1]alto e alto), quota in aumento rispetto al 45,4% rilevato l’anno precedente. Il peso delle entrate con questa marcata caratterizzazione di competenze green è più elevato nelle micro e piccole imprese (MPI) dove è pari al 50,6%. Nel complesso le MPI richiedono 106mila entrate di cui per 53mila, pari al 50,6%, vi è una elevata importanza delle competenze per il risparmio energetico e un minore impatto ambientale dell’attività dell’impresa; anche per le MPI questa caratterizzazione delle competenze green è in aumento di 2,8 punti rispetto al 47,8% rilevato l’anno precedente. La quota scende al 34,8% per imprese con oltre 50 dipendenti. Nel complesso la quota delle MPI è di 15,9 punti superiore a quella calcolata per le medie e grandi imprese. L’analisi per settore evidenzia che il comparto delle Costruzioni, caratterizzato da interventi incentivati per ridurre il consumo energetico delle abitazioni, registra la quota più elevata di lavoratori per cui deve essere più marcata l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, pari al 49,8%, seguito dal Manifatturiero con il 46,8% e dai Servizi con il 46,0%. Per virare verso questa direzione gioca un ruolo non secondario la transizione digitale che attraverso tecnologie sempre più efficienti si dimostra in grado di ridurre i consumi di energia e allo stesso tempo i quantitativi di scarti di materiale impiegato per la produzione. Ciò pone al centro gli investimenti e le competenze. Le piccole realtà produttive e dell’artigianato sarde sono anch’esse coinvolte in questo percorso di ‘metamorfosi digitale’: la quota di MPI che nel 2022 ha effettuato almeno un investimento in ambito digitale si attesta al 66,2%. Fino ad ora però sono risultate più orientate ad introdurre in azienda Internet alta velocità (vi hanno investito nel 2022 il 47,8% delle MPI sarde), Sicurezza informatica (42,7%), Strumenti software per l’acquisizione e la gestione di dati (38,2%) e IoT (Internet delle cose), tecnologie di comunicazione machine-to machine (32,2%), tutti asset digitali fondamentali ma poco sofisticati – ad oggi si attesta al 24,3% di MPI hanno investito nell’utilizzo di big data per analizzare i mercati – nel supportare e velocizzare il cambiamento digitale e conseguentemente green delle imprese, per tale motivo è richiesto, ancora una volta, e sempre con insistenza maggiore a loro, alle piccole, un impegno maggiore. La formazione e le competenze sul fronte green come su quello digitale non sono secondarie soprattutto nelle piccole realtà spesso molto acerbe su entrambi o su uno solo dei due temi. La quota di imprese che hanno effettuato o intendono effettuare attività di formazione con corsi nel 2022 nell’ambito tematico della transizione green e sostenibilità ambientale si attesta al 30,5% (>27,9% nazionale) e nell’ambito della digitalizzazione si attesta invece al 34,6 %

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