Piera Levi-Montalcini, nipote di Rita, premio Nobel per la medicina, ha raccontato gli orrori della Shoah in un tour di sei tappe in Sardegna, in occasione della Giornata della Memoria.
Una quattro giorni, tra Cagliari, Selargius, Sestu, Quartu, Donori, Elmas e San Gavino Monreale, per incontrare studenti e cittadini su invito di Antonella Angioni, docente di Diritto ed Economia, e con la collaborazione di Enzo Cugusi, dell’Associazione dei Sardi “A. Gramsci” di Torino.
Di famiglia ebraica, settantasei anni, ingegnera elettronica, presidente dell’Associazione “Levi-Montalcini”, Piera porta avanti l’eredità spirituale di sua zia, espulsa dall’Università di Torino in seguito alle leggi razziali. E subito il suo pensiero va ai giovani. Si sofferma così sulla “perdita di cervelli, su quante menti geniali e colte l’Italia abbia perso, costrette a scappare dal Paese a causa delle leggi razziali e delle persecuzioni. Avrebbero potuto contribuire al suo sviluppo ma non sono più rientrate”.
É nata nel 1946, un anno dopo la fine della guerra, ma ha respirato l’atmosfera discriminatoria verso le persone di religione ebraica.
Il 23 gennaio ha incontrato gli studenti dell’I.I.S. “Marconi-Lussu” di San Gavino Monreale, un evento organizzato dai rappresentanti degli studenti e a cui hanno partecipato tutte le classi quinte dell’istituto.
Un plauso per questa importante iniziativa.
Abbiamo voluto omaggiare e salutare Piera Levi-Montalcini, manifestando la nostra stima e riconoscenza per il percorso di memoria storica sulla Shoah che ha condiviso anche a San Gavino Monreale.
L’AMMINISTRAZIONE CULTURALE E
L’ASSESSORA ALLA CULTURA
SILVIA MAMUSA
