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mercoledì, 4 Dicembre 2024
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Sardegna, l’8 marzo si fermano 1500 lavoratori di Enel: i motivi dello sciopero

Eventi e manifestazioni

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Il settore elettrico, con i 1500 lavoratori di Enel in Sardegna, si ferma venerdì 8 marzo per lo sciopero nazionale indetto da Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil. Per esprimere il disappunto verso l’atteggiamento dell’azienda i lavoratori di tutta l’Isola manifesteranno a Cagliari a partire dalle 9, davanti alla sede in piazza Amendola. In concomitanza, altri due presìdi si svolgeranno a Sassari (via Carlo Felice 35) e Olbia (viale Aldo Moro 51). 

“Non è accettabile il tentativo di Enel di esternalizzare attività strategiche e tagliare gli investimenti per la transizione energetica mettendo a rischio i lavoratori diretti e degli appalti”, spiegano i segretari regionali Francesco Garau (Filctem), Gianrico Cuboni (Flaei) e Pierluigi Loi (Uiltec), sottolineando che “al centro della protesta c’è il tentativo di disimpegno da parte di Enel verso le attuali concessioni, nella distribuzione, nella produzione termoelettrica, idroelettrica e geotermica”.

Le motivazioni dello sciopero nazionale sono molto forti in Sardegna dove la questione energetica è del tutto insoluta e le scelte di un’azienda come Enel rischiano di ripercuotersi negativamente su tutto il sistema. Non a caso, fra le rivendicazioni dei sindacati c’è la necessità di dare una prospettiva alla fase di decarbonizzazione, in vista della chiusura delle centrali termoelettriche, dove l’occupazione va preservata con nuove iniziative industriali.

Filctem, Flaei e Uiltec sottolineano l’importanza dei processi di transizione che vanno però accompagnati da progetti industriali che vadano nella giusta direzione: fra le richieste, il mantenimento delle concessione idroelettriche, gli investimenti sulla produzione di energia green, uno sviluppo sostenibile delle rinnovabili, la realizzazione di reti di distribuzione innovative e il rafforzamento dei punti Enel per i servizi ai cittadini.
Lo sciopero ha l’obiettivo di fermare la deriva che sembra tracciata dai vertici Enel, responsabili, secondo i sindacati, di portare avanti speculazioni finanziarie e terziarizzazioni selvagge, anche a scapito della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Le parole d’ordine della mobilitazione, che ha già portato allo stato di agitazione e alle centinaia di assemblee che si sono svolte in tutti i luoghi di lavoro per arrivare alla proclamazione dello sciopero, sono “Enel Smobilita, il Sindacato Mobilita”, proprio per evidenziare che i vertici della compagnia energetica nazionale stanno portando avanti una politica contraria agli interessi del Paese con un Piano industriale che snatura gli stessi obiettivi aziendali.

“Il Gruppo Enel rappresenta un patrimonio per l’intera collettività” hanno concluso Garau, Cuboni e Loi sottolineando che “andremo sino in fondo in una battaglia che ha l’obiettivo di tutelare quel patrimonio costruito in oltre sessant’anni di attività con il contributo di migliaia di lavoratrici e lavoratori”.

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