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domenica, 28 Aprile 2024

L’edificio (pericolante) della discordia

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Negli ultimi giorni sul web impazzano le polemiche su un vecchio edificio, ormai cadente, sito in via Diaz a San Gavino Monreale. Tra amministratori (passati e presenti) e comuni cittadini sono scoppiati diversi parapiglia, con i consueti “rimbalzi” di responsabilità tipici di ogni campagna elettorale che si rispetti.

L'edificio (pericolante) della discordia
L’edificio (pericolante) della discordia

Franco Melas, vera e propria memoria storica del nostro paese, ha cercato di fare ordine e di placare le polemiche, che hanno coinvolto decine di persone, invitando saggiamente alla riflessione e ad un’accurata opera di informazione prima di emettere sentenze, spesso ingiuste.

E’ meglio un attimo di riflessione ed informarsi bene prima di azzardare giudizi definitivi… e ciò vale in ogni circostanza!

Noi raccogliamo l’invito e vi proponiamo infine le parole del sindaco Gianni Cruccu, intervenuto per ricostruire la storia dell’edificio dagli anni ’50 sino ai giorni nostri.

Il Comune ha contribuito totalmente, con i cantieri comunali ed in economia, alla costruzione di quell’edificio, progettato nel 1956 ed ultimato nel 1962. Nato, quindi, quasi vent’anni dopo la Seconda Guerra Mondiale e pertanto senza alcun pregio, né architettonico, né storico: in estrema sintesi “NON VINCOLATO”. Negli anni ’80 ha perfino pagato (sic!) la locazione all’ANMIG (Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi) per farvi ospitare alcune classi delle scuole elementari pur non essendo certa la proprietà dell’edificio.

Nel 2008, chi mi ha preceduto, ha emesso un’ordinanza all’ANMIG per la messa in sicurezza dell’edificio ma poi non l’ha fatta rispettare, con i risultati che tutti conosciamo. Nel 2009 l’edificio è crollato e questa amministrazione ha dovuto emettere un’ulteriore ordinanza di messa in sicurezza cui l’ANMIG non ha provveduto. Abbiamo pertanto incaricato un legale, naturalmente sangavinese, per il recupero delle somme sostenute per la messa in sicurezza dell’edificio.

Il procedimento sta per vedere la conclusione con la restituzione dell’immobile al comune più un importo di circa 5.000 euro per la completa demolizione del rudere. Al suo posto è previsto un parcheggio, vista la penuria di posteggi in quella zona, in cui insistono alcune attività commerciali. Franco ha ricostruito storicamente la vecchia proprietà ma mi pare utile sottolineare che per costruire quell’obbrobrio architettonico furono rase al suolo le vecchie carceri.

Le macerie saranno smaltite nelle discariche autorizzate per quel tipo di materiale. Anzi, poiché c’è materiale recuperabile (pietre da costruzione) è possibile che qualche privato possa richiederle. Ma fintanto che non si sigla l’accordo non si potranno smaltire, è questione ormai di giorni, stiamo aspettando che il Presidente dell’ANMIG indichi una data.

Questione chiusa? Ai posteri (sul web) l’ardua sentenza!

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