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venerdì, 26 Aprile 2024

Incentivi sino a 10mila euro e maxi sconto: una chiacchierata sulle auto elettriche

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Con la rottamazione di un veicolo di classe inferiore a Euro 6 e immatricolato almeno 10 anni fa è possibile arrivare al massimo degli incentivi, ma contributi per l’acquisto di vetture a bassa emissione sono offerti anche per l’acquisto di vetture a benzina e diesel. Il tema è caldissimo, per questo abbiamo deciso di fare una chiacchierata con qualcuno che ha già fatto la “scelta green” in fatto di automobili.

Facciamo due chiacchiere con un amante delle auto, soprattutto di quelle elettriche…

Ciao, no. Assolutamente non amante della auto! Ho acquistato la mia prima auto da poco, quando ero già, diciamo, grandicello e non l’ho fatto per passione, ma per necessità. Ho sempre trovato le auto degli oggetti ingombranti, rumorosi e inquinanti, tollerabili per i viaggi extraurbani, ma tra le principali responsabili dell’aver trasformato le città in dei luoghi infernali. Ho cercato fino all’ultimo di vivere senza un’auto, ma alla fine per esigenze famigliari ho dovuto cedere. Provare un’auto elettrica mi sembrava l’unico modo di non evitare i sensi di colpa, se mi è concessa l’espressione un po’ esagerata. Ci ho messo un po’ a sceglierla, ci ho pensato bene, ne ho parlato a lungo con la mia famiglia. Era una cosa nuova, non ce l’aveva nessuno dei miei conoscenti, era un rischio. Ma non tornerei indietro: qualunque auto che ha un tubo di scappamento mi sembra semplicemente…preistoria!

Un po’ estremo! Quindi non hai mai preso in considerazione le ibride?

Assolutamente no. Le auto elettriche ibride, plug-in o meno, per me sono un’assurdità. In alcuni casi non sono nemmeno più ecologiche o più economiche di altri modelli non elettrici. La vera differenza la fanno, a mio avviso eh, solo le vere elettriche. Parliamoci chiaro: non tutte le auto che a volte sono chiamate “elettriche” lo sono veramente. A mio parere, la vera distinzione è tra “fossili”, cioè auto che necessitano di combustibili fossili), e gli altri veicoli. Capire bene la distinzione tra i vari tipi di “elettrico” è importante per comprendere anche le diverse “fasce di incentivi” previste nella nuova legge di Bilancio. Una prima distinzione da fare è tra auto elettriche “pure” (alimentate esclusivamente da corrente elettrica) e auto elettriche ibride (che dispongono ancora di un motore “classico” a carburante). È necessario a proposito di ibride distinguere inoltre tra ibride “semplici” o tradizionali e auto ibride cosiddette “plug in”: nel primo caso, l’elettrico non sostituisce il motore tradizionale, ma al massimo fornisce un contributo nella gestione dell’energia e non è in nessun modo ricaricabile tramite corrente elettrica (la corrente elettrica dell’auto deriva comunque dalla combustione di benzina); nel secondo caso, quello delle auto plug-in, si hanno due tipi differenti di motore, quello elettrico (alimentato tramite cavo elettrico) e quello a combustione. Io, semplicemente, non volevo un motore a combustione.

E quindi hai scelto un’elettrica e basta. Ci sono stati altri elementi che hanno guidato la tua scelta?

Ovviamente le necessità della famiglia, ovvero il costo e lo spazio interno disponibile. Visto che ho dei bambini, ho dovuto mio malgrado escludere le vetture più economiche perché troppo piccole per i nostri bisogni. D’altra parte non sono ricco, quindi la mia scelta è stata molto limitata e, in tutta onestà, ha rappresentato un investimento importante per il nostro bilancio economico. La mia speranza era che l’investimento iniziale, ovvero la differenza di costo tra auto fossile e auto elettrica (all’epoca i finanziamenti statali non erano ancora così favorevoli come oggi) venisse recuperato in fretta grazie al costo irrisorio delle ricariche. E in effetti è proprio così!! Il mio budget limitato ha anche determinato che non avessi molta scelta riguardo alle dimensioni della batteria dell’auto, ovvero della famosa autonomia di guida. La mia batteria è “piccola” secondo gli standard odierni: si aggira attorno ai 30 kilo-Watt-ora (kWh). Questo però per me non è mai stato un problema, anzi al contrario sono contento di non avere una batteria di capacità doppia. Tutto quello che è possibile fare con un’auto “normale”, lo si può benissimo fare anche con un’auto elettrica “pura”. Con un’elettrica che abbia un’autonomia sui 200-250 km si può percorrere la tratta San Gavino-Cagliari diverse volte senza mai ricaricare. Quante volte? Dipende principalmente dal modo in cui si guida, ma anche in minor misura dall’aerodinamica dell’auto e dalle condizioni climatiche. Esattamente come avviene per le auto a motore classico. Solo che, con le auto tradizionali, non ci pensiamo, perchè ci abituiamo velocemente a tutto, anche a tornare sempre più spesso al nostro distributore di fiducia per lasciarci una parte sempre più consistente del nostro stipendio. Acquistare un’auto elettrica è stata per me una buona occasione per osservare (e correggere!) le cattive abitudini, prime fra tutte quelle che causano un eccessivo (e inutile) dispendio di energia (frenate e accelerate improvvise, alte velocità, ecc.). In principio con la mia auto percorrevo tratte di al massimo 180 km tra due ricariche, ed ero ovviamente sempre preoccupato di pianificare i miei viaggi in anticipo. Ora, a tre anni di distanza, sono arrivato a percorrere più di 250 km senza ricaricare e non pianifico quasi mai le ricariche, e alla guida mi sento molto più sicuro di prima. Per la guida in città poi, l’auto elettrica è assolutamente la più conveniente e, mettendo in atto quelle strategie economiche/ecologiche, si ottiene anche come vantaggio aggiuntivo una guida più rilassata e più sicura.

Oggi purtroppo vedo che le case automobilistiche con le loro strategie commerciali, invece di convincere gli automobilisti a superare le loro ansie verso la novità delle auto elettriche, li stanno guidando all’acquisto di auto sempre meno efficienti (perché meno aereodinamiche e più pesanti), sempre più inquinanti (perché con batterie mostruosamente grandi e motori inutilmente potenti), e sempre più costose. Oggi quando mi chiedono cosa consiglio a chi sta pensando di comprare un’auto elettrica, di solito cerco di spostare l’attenzione del futuro automobilista elettrico dalla famigerata autonomia all’unico vero fattore rilevante: l’uso a cui l’auto sarà destinata. Se, come me, siete un automobilista che percorre quasi sempre giornalmente la stessa tratta, non dovete preoccuparvi di nulla se non del vostro portafoglio. Se invece per lavoro dovete percorrere molti chilometri ogni giorno, la prima (e unica?) preoccupazione tecnica importante riguarda la velocità di ricarica. Quest’ultima è determinata non solo dall’auto, ma anche e soprattutto dal tipo di colonnine e di prese elettriche disponibili nella vostra area. Quindi dovrete guardarvi attorno. Qui in Sardegna, grazie ai fondi europei, abbiamo finalmente visto comparire le colonnine di ricarica rapida su tutta l’isola, grazie alle quali si può ricaricare nel tempo di sgranchire la schiena e bere un caffè al bar (in media tra i 10 e i 30 minuti). Quindi l’autonomia massima non è più un fattore rilevante per noi sardi, come non lo era più da tempo nel resto d’Italia.

Mi sembra un discorso molto chiaro, anche se non tutti saranno d’accordo! Cosa puoi dirci sugli incentivi messi a disposizione per quest’anno?

La nuova legge di Bilancio per il 2021 include sia uno stanziamento di 370 milioni di euro che un maxi sconto di 20 milioni di euro per l’acquisto di auto elettriche, che saranno disponibili a partire dalla pubblicazione di un apposito decreto. Oltre agli incentivi validi per tutti, il Governo interviene con uno sconto fino al 40% del prezzo di acquisto per i soli nuclei familiari aventi ISEE inferiore a 30mila euro. Per usufruire dello sconto, il costo dell’auto dovrà essere inferiore a 30 mila euro (più IVA: 36mila euro IVA inclusa) e la sua potenza non dovrà essere superiore ai 204 CV. Le differenze tra questi tre tipi di auto (elettriche pure, ibride tradizionali, ibride plug-in) sono notevoli sia in termini di impatto ambientale, sia in termini di prestazioni. Con un’auto elettrica al 100% e un’ibrida plug-in (ricaricabile) che rientrano nella fascia di emissioni di CO2 fra 0 e 20 g/km, si accede a un incentivo di 10.000 euro con rottamazione di una vecchia auto, oppure 8.000 euro senza rottamazione. Tra le migliori auto di questa fascia possiamo indicare, ad esempio, la Renault ZOE, la Nissan Leaf, la Peugeut 208. Si accede altrimenti a un incentivo di 6.500 euro (con rottamazione) e 3.500 euro (senza rottamazione) per ibride plug-in che risultano in fascia emissioni 21-60 g/km. Per le auto che appartengono alla fascia emissioni fra 61 e 135 g/km, che sono attualmente le più diffuse, spetta un incentivo di 3.500 euro in caso di rottamazione (nessun incentivo se non si rottama una vecchia auto). Detto questo, io non avrei dubbi su cosa fare…

Sembra che la mia definizione “amante delle auto” ti calzi a pennello, anche se tu neghi…

E continuo a negare. Non amo guidare, non ho comprato un macchinone per potermi vantare della sua potenza, o della sua capienza, o del suo essere un giocattolone tecnologico all’ultimo grido. E anche se come molti altri automobilisti passo diversi fine settimana all’anno a pulire e a prendermi curare della mia nuova auto, non lo faccio perché sono innamorato di lei, ma perché ne ho bisogno e spero che passi il maggior numero di anni possibile prima che sia costretto a trasformarla in un costoso, inquinante, rifiuto.

La.F.

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